Onorevole Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, all’Ars, siamo quasi arrivati alla pausa estiva. Dopo una lunghissima sessione di bilancio. Adesso c’è speranza di legiferare su altro?
“L’Assemblea chiude martedì, il governo non è stato in grado di portare in Aula nessuna riforma tra quelle annunciate. L’emergenza rifiuti è rinviata a settembre, della riforma delle Ipab non c’è traccia…”.
C’è quella sul diritto allo studio.
“È appena stata presentata e non è neppure all’esame della commissione competente. E anche la riforma della Pesca è in terza commissione grazie al lavoro che stanno svolgendo i deputati del Partito democratico che hanno presentato un disegno di legge che viene trattato contestualmente”.
Il governo rivendica la riforma sul mediocredito, con le novità su Ircac e Crias.
“È una riforma in nuce. Non decolla perché siamo ancora in attesa del regolamento che deve peraltro essere concertato con le categorie e avere i pareri delle commissioni competenti. È abbastanza per dire che il governo è nella palude”.
Il presidente della Regione ha lanciato un appello per sbloccare lo stallo e collaborare con le opposizioni. Voi non mi pare lo abbiate raccolto. Perché?
“Non ci abbiamo creduto perché a fronte dell’appello non corrisponde un impegno fattivo del governo. Proprio ieri (l’altroieri per chi legge, ndr) in prima commissione abbiamo deciso di avviare l’esame dei ddl di riforma delle Ipab di Partito democratico e 5 stelle dopo avere aspettato inutilmente che arrivasse quello governativo. Disponibilità al confronto su cosa? Sulle proposte che non ci sono?”.
Martedì a Sala d’Ercole si parlerà di insularità. Come la valutate l’iniziativa?
“È condivisibile il disegno di legge, che è già approvato all’unanimità in prima commissione. Propone che lo Stato riconosca gi svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. L’Aula può approvarlo martedì e trasmetterlo al Parlamento nazionale per la modifica statutaria”.
Quindi siete d’accordo?
“Sì, non sono d’accordo sul referendum. Che ti fa perdere un anno. Possiamo procedere senza, guadagnando un anno di tempo rispetto alla proposta di consultazione referendaria che farebbe slittare tutto fino alle prossime elezioni europee del maggio 2019”.
La proposta non è del governo.
“Il ddl è presentato dall’onorevole Lo Curto che ha fatto presente di avere raccolto la proposta del Movimento Unione dei siciliani e del suo presidente Gaetano Armao. Proposta certamente condivisibile ma che può essere approvata dall’aula senza un referendum dall’esito peraltro scontato. Credo sia importante che l’Assemblea regionale siciliana metta subito la maggioranza che governa il Paese dinnanzi alle proprie responsabilità. Non è più tollerabile che un biglietto aereo Palermo-Milano costi più di un Palermo-New York”.
A proposito della maggioranza romana, voi vedete una continuità fra questa e quella dell’Ars?
“Dovrei rispondere con Pontida. La domanda va rivolta al presidente della Regione che quest’anno si è precipitato al raduno della Lega per sentirsi dire da Bossi che stavolta anche l’Africa era a Pontida. Per poi andare qualche giorno dopo a Lampedusa. Musumeci scelga: o Pontida a Lampedusa. Dica che è contrario alla chiusura dei porti. Ha dichiarato che Salvini ha azzeccato a farlo e credo che questa affermazione offenda la Sicilia. Abbiamo presentato una mozione per discutere dei diritti dei migranti. Attendiamo ancora il presidente in Aula”.
In tutto questo, dentro il Pd com’è finita? Quando si farà questo congresso?
“Orientativamente a ottobre per i livelli territoriali e prima delle Europee, a febbraio, quello nazionale. Ho incontrato venendo qui un signore che mi ha chiesto come vanno le cose. Ho detto che penso che il governo nazionale sia impantanato, i temi del lavoro non si risolvono col reddito di cittadinanza. Lui mi ha detto sì, ma dovete superare le divisioni interne, siete rimasti l’unico partito. L’appello all’unità del partito mi arriva da chiunque. Ben venga il pluralismo, ma prevalga l’interesse generale. Prima il Paese e poi il Pd”.
Onorevole, ottobre è praticamente dopodomani. Come si arriva a questo congresso, con quali prospettive?
“Io ho già iniziato un giro di incontri per la Sicilia per ascoltare il territorio, l’ultimo lunedì a Catania con molti sindaci, e mettere a fuoco le proposte. Deve essere un congresso di contenuti. Se il congresso diventerà solo una lunga fila al gazebo avremo sprecato un’altra occasione perché noi non siamo un partito personale”.
Una ‘lunga fila’, è ottimista…
“Spero che lei non abbia ragione”.
Quindi lei sta dicendo che il congresso non sarà una conta fra correnti?
“Innanzitutto deve essere un confronto di idee. Io credo che bisogna mettere tutto in discussione. Anche quanto di buono abbiamo fatto fino a ieri si può migliorare domani. Persino le leggi approvate non hanno avuto una piena attuazione a partire dall’estensione del reddito di inclusione proposto dal Pd”.
E chi sarà il segretario? Lupo, Gucciardi, Sammartino, chi?
“Credo che siamo ben lontani dall’individuare candidature. Bisogna trovare il candidato migliore che sia in grado di interpretare un progetto unitario e di cambiamento. Non oltre il Pd ma oltre le divisioni e le correnti del Pd”.
Un’ultima cosa, legata al suo ruolo di capogruppo all’Ars. Questa settimana la rete ospedaliera del governo è stata approvata con l’astensione del Pd e il voto favorevole decisivo del deputato di Sicilia futura. Esiste una qualche forma di collegamento tra voi e questo movimento che teoricamente è una ‘costola’ del Pd?
“A volte votano con la maggioranza, a vole con l’opposizione. Mi dispiace che per l’occasione abbiano votato con la maggioranza anche perché è stato un voto decisivo. Credo che un movimento che si chiama Sicilia Futura non può adeguarsi alle scelte di un presidente che guarda con simpatia alla Lega Nord”.