06 Maggio 2023, 05:05
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CATANIA. La parola d’ordine è sicuramente urgenza. Monsignor Luigi Renna ha premuto fin in fondo il pedale della tempestività per far sì che i candidati alla carica di sindaco di Catania si confrontassero sia tra loro che con il pastore della Chiesa catanese prima dell’avvio della campagna elettorale. L’occasione è arrivata con la presentazione – appena un giorno prima della presentazione ultima delle candidature – del libro-intervista dal “L’urgenza di ricostruire. A colloquio con il vescovo cittadino” (Il pozzo di Giacobbe, ed) scritto a quattro mani dai giornalisti Adelaide Barbagallo e Michele Cucuzza.
Un testo agile, utile e – appunto – urgente. Scopo della pubblicazione è quello di ricapitolare, approfondire e rilanciare quanto l’arcivescovo di Catania è andato predicando lungo quest’anno, soprattutto sui temi pubblici. Quei temi, cioè, che in area cattolica si declinano con il sintagma del bene comune. Una predicazione diffusa, segnata peraltro dai due documenti redatti da quel collettivo di laici-cattolici che ha inaugurato il Cantiere per Catania.
Una città da ricostruire, dunque. E non soltanto per quanto concerne l’offerta dei servizi, ma nella dignità. Una città, cioè, che svetta nelle classifiche della dispersione scolastica. Un segnale bruttissimo, che dice tantissimo sull’esilio in atto della speranza. Virtù che dovrebbe valere, invece, come lievito della promozione di un’umanità che sia integrale. Sotto questo profilo, Renna ha parlato. E chiaro.
Senza ingerire, ma neanche omettere. “In un momento storico in cui sono cadute le ideologie – spiega il pastore catanese – ci si potrebbe trovare uniti, senza pregiudizi, attorno a temi in cui è gioco il bene dell’umanità: le povertà, le migrazioni, la salvaguardia dell’ambiente. Purtroppo alcuni approcci sono viziati ancora da visioni riduttive e anti-umaniste”. Ecco la direzione.
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06 Maggio 2023, 05:05