Ma come è dura la vita da cinesi... - Live Sicilia

Ma come è dura la vita da cinesi…

di MASSIMILIANO FIGLIA Davanti all’ingresso, un parcogiochi delizia i bambini con scivoli, altalene, casette di legno e ponti sospesi. La porta di questo castello magico dell’era moderna si apre da sè, all’interno bar, ristoranti, poltroncine, postazioni pc, ascensori, baby parking, nursery room con fasciatoio scaldabiberon e forno a microonde, salette con tanti giocattoli e schermi al plasma che proiettano Shrek, tutto è lucente ordinato e pulito.
Un siciliano al Nord
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di MASSIMILIANO FIGLIA Davanti all’ingresso, un parcogiochi delizia i bambini con scivoli, altalene, casette di legno e ponti sospesi. La porta di questo castello magico dell’era moderna si apre da sè, all’interno bar, ristoranti, poltroncine, postazioni pc, ascensori, baby parking, nursery room con fasciatoio scaldabiberon e forno a microonde, salette con tanti giocattoli e schermi al plasma che proiettano Shrek, tutto è lucente ordinato e pulito.
Alcuni dipendenti vestiti da renne di Babbo Natale ci salutano sorridenti e distribuiscono biscotti, altri vestiti da gnomi confezionano pacchi e pacchettini con carta regalo. In questo posto incantato tutto ha un nome da fiaba, Bolmen è lo scopino del cesso, Dragan il portasapone, Kullen la cassettiera e Njuta le ‘tappine’ (pantofole). Ogni articolo ha un prezzo veramente economico, quasi tutto è made in China…, dimenticate l’artigianato e il tanto amato made in Italy.  Si può pranzare con due euro, polpettine bamby in salsa biologica, oppure comprare una cucina completa di microonde con 300 euro (ovviamente manca il piano cottura che nelle cucine moderne non serve). Il segreto? Essere una multinazionale leader mondiale, per dirla alla John Lennon “più famosa di Dio”. Cioè la stessa pattumiera a pedale Knodd venduta identica in tutto l’universo, isole comprese.
Per diventare collaboratori (non dipendenti) e indossare la mitica divisa dorata o in alternativa il costume da alce-gabibbo-natale è preferibile essere giovani singles amanti dell’ecologia (cioè senza figli, per non disperdere preziose energie rinnovabili) e molto flessibili per sostenere turni massacranti e stress. Già perché si lavora soprattutto a cattedrale chiusa cioè prima delle dieci di mattina e dopo le nove di sera, otto giorni su sette e durante le festività natalizie è un assedio infernale da zona culinaria della fiera campionaria con intere famiglie che per accaparrarsi l’ultima sedia Arvinn, se la contendono come nel tiro alla fune.
Basta attraversare la strada, saltare una pozzanghera con resti di cibo e rifiuti, e ci si trova davanti ad un altro castello incantato. Un enorme capannone in lamiera circondato da sporcizia varia, buche ovunque, asfalto in condizioni pietose tutto pieno di avvallamenti e brecciolino. Attorno, antenne paraboliche, vestiti stesi ad asciugare, galline e conigli razzolano inseguiti da graziosi bambini dagli occhi a mandorla che giocano allegramente. Dentro il grande capannone-presepe, luci al neon, rumori assordanti di macchinari per cucire, odori di colla si amalgamano a quelli di zenzero salsa di soia e ‘scavagghi arrustuti’. Centinaia di box uno accanto all’altro, stile call center, dotati di pc, macchinetta per il tè/caffè, divanetti ‘scuffati’, fornelli a gas, microonde, frigobar e tv satellitare in diretta dalla Cina. Si cammina facendo slalom tra pellame e componenti per l’assemblaggio, sparsi ovunque scatoloni di cartone con stampata a caratteri cubitali la dicitura “Made in Italy”. Anche quì si può mangiare con due euro un’ottima ‘anatla crocante’ direttamente dal ‘lapino’ che fa il giro dei capannoni carico di sconosciute ed esotiche cibarie cinesi , dotato di megafono ed incomprensibile registrazione ‘abbanniata pechinese, ballarò sfincionaro style’  “cavula e tienela, quando mi celcate non mi tlovate…”. Tanti colorati e vivaci bambini giocano/lavorano, quì dentro la differenza è labile quasi un enigma irrisolvibile. Quì non servono lettere di referenze e curriculum, non ci sono collaboratori né dipendenti old style e non c’è human resource team, questo è solo un grande presepe vivente post-moderno. Ogni box una famiglia, si lavora si mangia si dorme a ciclo continuo come le galline degli allevamenti tecnologici, insomma quì dentro si vive veramente come nel simpatico spot di Woody Allen per la nota catena di supermarket italiana. Questo è il futuro, il modello vincente della new economy. Salari da fame, lavoro precario con orari flessibili ed elastici. Nell’Italia del berlusconismo un insegnante guadagna meno di un mollusco portaborse qualunque, un medico o un ingegnere può solo sognare i compensi di una velina sgallinata e un calciatore di serie A in panchina percepisce il salario di 50 operai Fiat messi insieme. Prima c’era il part time orizzontale, oggi c’è il part time longitudinale misto con turno spezzato carpiato  (un’ora la mattina, una il pomeriggio e una la sera nello stesso giorno…come le pillole della dolce euchessina). Poi c’è il lavoro interinale, in affitto, parasubordinato, a co.pro., a chiamata, a progetto, a gettone a scatto per le chiamate dal continente. Aspirate ad un lavoro a tempo pieno indeterminato…??? Anche a ‘’Chi l’ha visto?’’  hanno perso le speranze. Cinquecento metri separano due mondi paralleli, di quà e di là i bambini hanno lo stesso dolce sorriso beffardo, per fortuna per loro l’età della pensione, per chi l’avrà, è ancora lontana… intanto una voce in sottofondo dal megafono del grande parcheggio augura a tutti Merry Christmas and Happy New Year.


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