Nel sito “Settimo cielo” il vaticanista dell’ ‘Espresso’, Sandro Magister, ha riportato delle dichiarazioni di papa Francesco perché gli sembrano scandalosamente inopportune. Magister vi punta il dito contro nella convinzione che si tratti di tesi modernissime, innovatrici rispetto alla tradizione cattolica. Ma è davvero così? Ascoltiamo alcuni passaggi: il francese Dominique Wolton è ‘autore del libro intervista più riuscito tra quelli finora pubblicati col papa, intitolato Dio è un poeta. Un dialogo inedito sulla politica e la società (Rizzoli, Milano 2017).
A Wolton che gli chiede perché mai si oda così poco il messaggio “più radicale” del Vangelo, che secondo lui è la “condanna della follia del denaro”, Bergoglio risponde: “È perché certi preferiscono parlare di morale, nelle loro omelie o sulle cattedre di teologia. C’è un grande pericolo per i predicatori, ed è quello di condannare solo la morale che è – mi si perdoni – ‘sotto la cintura’. Ma degli altri peccati che sono i più gravi, l’odio, l’invidia, l’orgoglio, la vanità, l’uccidere l’altro, il togliere la vita… di questi si parla poco. Entrare nella mafia, fare accordi clandestini… ‘Sei un buon cattolico? E allora pagami la tangente’”.
Più avanti dice ancora il papa: “I peccati della carne sono i peccati più leggeri. Perché la carne è debole. I peccati più pericolosi sono quelli dello spirito. Io parlo di angelismo: l’orgoglio, la vanità sono peccati di angelismo. I preti hanno la tentazione – non tutti ma molti – di focalizzarsi sui peccati della sessualità, quella che io chiamo la morale sotto la cintura. Ma i peccati più gravi sono altrove”. Obietta Wolton: “Ma quello che lei dice non è capito”. Risponde il papa: “No, ma ci sono dei buoni preti… Conosco un cardinale che è un buon esempio. Mi ha confidato, parlando di queste cose, che appena qualcuno va da lui per parlargli di quei peccati sotto la cintura, egli dice subito: ‘Ho capito, passiamo ad altro’. Lo ferma, come per dirgli: ‘Ho capito, ma vediamo se hai qualcosa di più importante. Preghi? Cerchi il Signore? Leggi il Vangelo?’ Gli fa capire che ci sono degli sbagli molto più importanti di quello. Sì, è un peccato, ma… Gli dice: ‘Ho capito’: E passa ad altro. All’opposto vi sono certi che quando ricevono la confessione di un peccato del genere domandano: ‘Come l’hai fatto, e quando l’hai fatto, e per quanto tempo?’… E si fanno un ‘film’ nella loro testa. Ma questi hanno bisogno di uno psichiatra” ‘.
Se per tradizione intendiamo la dottrina e la prassi della Chiesa cattolica negli ultimi tre-quattro secoli, Magister ha ragione: le parole del papa sconvolgono una mentalità sessuofobica che ha seminato dentro e fuori le comunità dei fedeli danni incalcolabili. Ma se andiamo indietro nel tempo sino a san Tommaso d’Aquino o, ancora dietro, sino ai Padri della Chiesa e, infine, agli scritti del Secondo Testamento, scopriamo che papa Bergoglio non sta inventando né innovando per nulla.
Il profilo del cristiano è stato sempre caratterizzato, come insegnavano anche i catechismi più antiquati, da tre virtù “teologali” (possibili per grazia di Dio) che sono la fede, la speranza e l’amore gratuito e da quattro virtù “cardinali” (che fanno da cardine della vita morale umanamente saggia) che sono – in ordine decrescente di importanza – la prudenza, la giustizia, la forza interiore e la temperanza. Se la virtù della temperanza – del controllo della soddisfazione dei propri impulsi al cibo, al bere e ai piaceri sessuali – è la meno elevata, anche i vizi contrari sono i meno gravi. Molto più gravi, invece, i peccati contro le virtù più elevate nella scala di valore, quali la giustizia e l’amore.
Che un papa ce lo ricordi, dunque, non dovrebbe stupire. Tanto meno chi, avendo scelto di fare giornalismo nell’ambito delle questioni teologiche e religiose, dovrebbe avere una preparazione un po’ al di sopra dell’immaginario collettivo condizionato dalla predicazione di preti che, dal momento che riducono la morale a ciò che avviene “sotto la cintura”, “hanno bisogno di uno psichiatra”. www.augustocavadi.com