TROINA (ENNA) – Sconto di pena in appello per il referente del clan di Cosa Nostra a Troina Davide Schinocca. La condanna del processo “Discovery” per lui passa da diciotto a 15 anni, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio un primo verdetto d’appello. La sentenza odierna, che nel suo caso riguardava esclusivamente il trattamento sanzionatorio, è stata emessa dai giudici della seconda sezione penale della Corte d’appello di Caltanissetta, presieduta da Andreina Occhipinti, consiglieri Gabriella Natale e Alex Costanza. Fino all’11 giugno 2015, in sostanza, Schinocca – i cui legali teoricamente potrebbero nuovamente impugnare la sentenza in Cassazione – è stato ritenuto colpevole di associazione a delinquere di stampo mafioso. I giudici hanno definitivamente assolto, invece, dalla stessa accusa il troinese Salvatore Barbera, che prende 2 anni per tentata estorsione e porto d’arma abusivo. Per gli altri due troinesi Domenico Sotera e Luigi Compagnone è stata esclusa la cosiddetta “aggravante mafiosa”, ipotizzata inizialmente in aggiunta a un’accusa di furto all’interno di un fondo agricolo, ma sono stati entrambi condannati a 9 anni, 11 mesi e 15 giorni per associazione mafiosa.
La Cassazione aveva rinviato anche relativamente alle posizioni dei ceramesi Seby Grasso, Cristian Modica e Sebastiano Foti, escludendo le aggravanti per due estorsioni con il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Ora i giudici di appello hanno confermato l’entità delle pene del primo giudizio d’appello per tutti e tre: Grasso aveva preso 10 anni, Modica 8 e Foti 7. I tre, accusati di reati che sarebbero stati commessi a Cerami, non c’entrano con l’organizzazione mafiosa troinese, tant’è che furono coinvolti in un secondo filone, la cosiddetta operazione “Discovery 2”, che riguardava solo Cerami.
La Corte d’appello infine ha condannato Schinocca, Sotera e Compagnone alla rifusione delle spese sostenute per la costituzione di parte civile del Comune di Troina, della Fai, del ministero dell’Interno e della Presidenza della Regione Sicilia. Si chiude in questa fase l’ultimo troncone in aula dell’inchiesta “Discovery”, dal titolo dato dalla polizia all’operazione antimafia con cui, la sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Enna e il Commissariato di Nicosia, nel 2015, coordinata dall’attuale procuratore facente funzioni di Caltanissetta Roberto Condorelli, ha disarticolato un clan mafioso collegato ai Santapaola, che ha cercato di assumere il controllo delle estorsioni a Troina.
Il Comune di Troina, parte civile per volontà del sindaco Fabio Venezia, sotto scorta da anni per le minacce provenienti da una mafia urbana e da organizzazioni dei Nebrodi, a cui ha inferto durissimi colpi chiedendo e ottenendo interdittive che hanno cancellato concessioni decennali di terreni a famiglie vicine ai clan, è assistito dall’avvocato Salvatore Timpanaro, che ha rappresentato l’ente nei vari gradi di giudizio.