MILANO – Una costola di Cosa nostra a Milano dove la ”mafia imprenditoriale” è capace di mettere le mani su grossi affari e creare fondi neri. Operazione della Direzione distrettuale antimafia e della Squadra mobile del capoluogo Lombardo.
Otto gli arrestati. Tra questi, anche Enrico Di Grusa e Cinza Mangano, genero e figlia di Vittorio Mangano, il boss di Porta Nuova, ormai deceduto, chiamato negli anni Ottanta nella villa di Arcore come stalliere, ma che in realtà aveva il compito di proteggere l’imprenditore Silvio Berlusconi.
Decine di perquisizioni sono state eseguite a Peschiera Borromeo, Bresso, Corsico, San Donato Milanese, Brugherio, Trezzano sul Naviglio, in provincia di Varese, a Monza, a Lodi e a Cremona. Le indagini della Polizia hanno individuato una fitta rete di società cooperative attive nella logistica e nei servizi che mediante false fatturazioni e sfruttamento della manodopera hanno realizzato profitti in nero dal 2007.
Un fiume di denaro che sarebbe servito a gestire la latitanza di esponenti di Cosa Nostra. A Milano ha vissuto parte della sua latitanza anche Gianni Nicchi, l’astro nascente di Cosa nostra, arrestato nel 2009 a Palermo. Era stato ospite di Pino Porto imprenditore palermitano trapiantato a Milano. Un uomo a disposizione del clan, anche per accompagnare i parenti di Nicchi ai colloqui nel carcere di Opera.