BARRAFRANCA (ENNA) – Per il boss mafioso Raffaele Bevilacqua, che è morto lo scorso maggio all’ospedale San Paolo di Milano, è stato dichiarato il “non doversi procedere”. Poi in appello ci sono sei sconti di pena per effetto del concordato e altre lievi riduzioni. Infine, per altri 7 imputati del processo “Ultra”, tra cui la figlia del boss Maria Concetta, i ricorsi sono stati respinti.
Il concordato
Ad accedere al concordato sono in sei. Sono Mario Russo, per cui si passa da undici anni quattro mesi trenta mila euro di multa a 7 anni 4 mesi e 28 mila euro di multa. Poi Giovanni e Antonio Sentina e Andrea Tropea, per cui si passa da dieci anni e otto mesi a 7 anni e 26 mila euro di multa. Per Sebastiano Tasco si passa da undici anni e quattro mesi a 8 anni e 6 mesi. Per Antonino Greco da nove anni e quattro mesi e trentadue mila euro di multa e 6 anni 6 mesi e 24 mila euro di multa.
I ricorsi respinti
I giudici della seconda sezione penale della Corte d’appello di Caltanissetta, presidente Maria Carmela Giannazzo, consiglieri Alessandra Bonaventura Giunta e Giuseppe Maria Tripi, hanno respinto i ricorsi di alcuni imputati. Sono Maria Concetta Bevilacqua, che in primo grado ha preso 10 anni 10 mila euro di multa. Poi Salvatore Strazzanti, che ha preso 20 anni, Angelo Tummino, 6 anni; Michele Mannuccia, 9 anni 4 mesi. E ancora, Maria Barbara Cangemi, 4 anni 8 mesi; Carmelo Scilio, 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; Davide Cardinale, 6 anni 20 mila euro di multa. I sette sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. La figlia di Bevilacqua, va ricordato, è a sua volta un avvocato.
Il nuovo boss
Per il nuovo boss Giovanni Monachino, uno dei capi del clan di Pietraperzia – oggi è ritenuto uno dei referenti provinciali di Cosa Nostra – è stata confermata la condanna di primo grado, ovvero 20 anni di reclusione. Ma i giudici della Corte d’appello hanno escluso per lui un’aggravante: aver fatto parte di un’organizzazione, dedita al traffico di stupefacenti, armata. Monachino, come detto, nel frattempo è diventato uno dei punti di riferimento, con il clan di Pietraperzia, del clan Santapaola-Ercolano, che comanda sulla provincia di Enna.
Gli altri imputati
Vent’anni confermati, ma con esclusione della stessa aggravante, pure per Salvatore Privitelli e Andrea Ferreri. Aggravante esclusa e sconto di pena per Giuseppe Trubia, per cui si passa da undici anni e quattro mesi a 10 anni 8 mesi. Sconto di pena per effetto dell’esclusione dell’aggravante pure un figlio di Bevilacqua, Flavio Alberto, per cui si passa da sedici anni a 12 anni 9 mesi e 10 giorni. E per Agatino Maximilian Fiorenza, per cui si passa da otto anni e otto mesi a 7 anni 8 mesi.
E ancora, riduzione di pena per Gaetano Coppola, per cui si passa da nove anni e quattro mesi a 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; per Salvatore Centonze, da sei anni a quattro anni 13.350 euro di multa; e per Domenico Cardinale, da sei anni a cinque anni 14 mila euro di multa. Per Filippo Milano, per cui si passa da undici anni e quattro mesi a 10 anni 20 giorni.
Le pene accessorie
I giudici hanno sostituito per Salvatore Centonze la pena dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici con quella della interdizione temporanea per la durata di cinque anni. E per lui sono state eliminate le pene accessorie della interdizione legale e della sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale. Ridotta a un anno la durata della misura di sicurezza della libertà vigilata applicata ai due Sentina, a Russo, Tasco e Tropea. Altri imputati, si ricorda, sono stati processati con rito ordinario.