Mafia, il "paracco" di Palma: 11 condanne, 8 assoluzioni NOMI - Live Sicilia

Mafia, il “paracco” di Palma: 11 condanne, 8 assoluzioni NOMI

Ecco che cosa hanno deciso i giudici.
"ORO BIANCO"
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AGRIGENTO – Dieci condanne per oltre un secolo di carcere e otto assoluzioni. Si chiude così il primo grado di giudizio del processo scaturito dalla maxi inchiesta “Oro Bianco” – eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – che ha fatto luce sugli interessi del “paracco” di Palma di Montechiaro, una cosca indipendente da Cosa Nostra e Stidda, in grado di gestire un fiorente traffico di sostanze stupefacenti, infiltrare all’interno del consiglio comunale un proprio capodecina e tentato di mettere le mani sull’appalto milionario del contratto di quartiere. 

La decisione del giudice

Il gup del tribunale di Palermo, Stefania Brambille, ha condannato a 16 anni di reclusione Rosario Pace, considerato il capo indiscusso dell’intera cosca. Condanna a 12 anni di reclusione per Salvatore Montalto, bancario dell’Unicredit e consigliere comunale dell’Udc dimessosi proprio in seguito al suo arresto, ritenuto un capodecina della cosca. La pena più alta è stata inflitta a Domenico Manganello, condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione. Tra gli imputati anche Giuseppe Blando, condannato a 11 anni e 8 mesi, fratello del più noto Domenico, favoreggiatore di Giovanni Brusca nella sua latitanza a Cannatello. Assolto, invece, Salvatore Troia, ritenuto uomo d’onore della famiglia mafiosa di Villabate: proprio dai suoi spostamenti e dai suoi incontri con Blando ha preso il via l’intera inchiesta. 

Condanne e assoluzioni

Queste tutte le condanne: Rosario Pace (16 anni); Emanuele Pace (10 anni); Sarino Lauricella (12 anni); Francesco Bonsignore ( 5 anni e 8 mesi); Domenico Manganello (18 anni e 8 mesi); Gioacchino Rosario Barragato (12 anni); Giuseppe Blando (11 anni e 8 mesi); Giuseppe Morgana (10 anni e 8 mesi); Gioacchino Pace (16 anni e 8 mesi ma escluso il reato di mafia); Salvatore Montalto (12 anni). 

Queste le assoluzioni: Calogero Lumia, Salvatore Troia, Salvatore Carusotto, Rocco Novella, Carmelo Pace, Giuseppe Pace, Gioacchino Angelo Mangiavillano e Federico Gallea.

Nel collegio difensivo gli avvocati Santo Lucia, Francesco Scopelliti, Antonino Gaziano,Vito Cangemi, Salvatore Pennica e Maria Alba Nicotra.

L’inchiesta

L’inchiesta, coordinata dai magistrati della Dda di Palermo Claudio Camilleri, Pierangelo Padova e Gianluca De Leo,  muove i primi passi nel palermitano ma ben presto si sviluppano i collegamenti con la provincia di Agrigento.Collegamenti che sono stati tracciati anche dal collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta. Dalla figura di Salvatore Troia, uomo d’onore di Villabate, si è giunti a Favara dove era in contatto con Giuseppe Blando, arrestato (e assolto in primo grado) nell’operazione Montagna. Blando è il fratello del più noto Domenico, favoreggiatore della latitanza di Giovanni Brusca a Cannatello. L’accusa era di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento ed omerta’ che ne derivano per commettere gravi delitti, acquisire la gestione o il controllo di attivita’ economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e procurare voti eleggendo propri rappresentanti in occasione delle consultazioni elettorali. Tra i tentativi di estorsione svelati dall’indagine ci sarebbe quello ai danni del gruppo di imprese che si è aggiudicato un appalto da due milioni e tre cento mila euro nell’ambito del “Contratto di quartiere”.

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