Beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Catania alla ‘famiglia’ D’Emanuele, ramo di Cosa nostra legato al clan Santapaola. Il sequestro è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania che ha accolto la proposta avanzata dal direttore della Dia, il generale dei carabinieri, Antonio Girone. Il provvedimento, che rappresenta un proseguo dell’operazione antimafia ‘Cherubino’ del maggio del 2010 contro le infiltrazioni mafiose nel settore delle onoranze funebri, riguarda beni che gli investigatori ritengono riconducibili a Natale D’Emanuele, indicato come ‘uomo d’onore’, e suo figlio Antonino.
Secondo l’accusa i D’Emanuele, utilizzando persone compiacenti, avrebbero diversificato la propria attività imprenditoriale investendo ingenti capitali in attività del settore delle scommesse, ittico, immobiliare e fotografico.
Le indagini della Dia di Catania hanno riguardo un arco temporale compreso tra il 2005 e il 2009. Dagli accertamenti è emerso che i D’Emanuele avrebbero diversificando i loro investimenti interessandosi al settore ittico, apportando capitali in una società in difficoltà economica, la ‘Blanco pesca Srl’, utilizzati per l’acquisto di due motopescherecci. Inoltre, le indagini hanno permesso di accertare investimenti nella ristrutturazione di uno stabilimento balneare del lungomare Plaia, il ‘Lido Romina’, che era sequestrato a Natale D’Emanuele nel 1994 e dissequestrato nel 2002. Secondo la Dia di Catania la struttura sarebbe stata fittiziamente ceduta a persone compiacenti, che ne hanno modificato la denominazione in ‘Sobha’. Gli investigatori sono inoltre risaliti a due società immobiliari, la ‘Edim Srl’ e la ‘Edil immobiliare Srl’, un’agenzia di scommesse e un’impresa operante nel settore dello sviluppo e stampa fotografico intestate o riconducibili sempre ai D’Emanuele.