Nel paese dei balocchi (alimentari) - Live Sicilia

Nel paese dei balocchi (alimentari)

Anno nuovo, vita nuova. Anche Mamma per caso, come tutti, fin dal 1 gennaio ha una lista fiammante di buoni propositi per il 2013. In essa non figurano né la ginnastica, né imparare una lingua, né riciclare i rifiuti.

Anno nuovo, vita nuova. Anche Mamma per caso, come tutti, fin dal 1 gennaio ha una lista fiammante di buoni propositi per il 2013. In essa non figurano né la ginnastica, né imparare una lingua, né riciclare i rifiuti. Tutti buoni propositi targati 2012, 2011, 2010 che Mamma per caso ha già sperimentato come irrealizzabili. Si tratta invece di porre fine ad una vera calamità.

Tutto ebbe origine il 31 dicembre, quando mamma per caso si recò a fare la spesa al (solito) Centro Commerciale per la cena di Capodanno. E tornò a casa con le seguenti merci: un chilo di carote nere (non andate a male, proprio nere), una confezione di litci (frutti spinosi e immondi), un fagiano (con la testa), una piastra per waffles, 9 uova di quaglia, un formaggio francese estremamente puzzolente, 6 patate americane, durissime. Dimenticando clamorosamente: il pandoro, il salmone affumicato, le (vere) carote, le (vere) patate. Il (figlio) calciatore alla vista delle carote nere ha detto: “che schifo!” e, disgustato, ha precisato che il Mister aveva raccomandato di mangiare banane che contengono potassio e arance che contengono vitamina C. Di litci non si era parlato. La (figlia) velina ha lamentato il mancato acquisto del pandoro ed è passata poi all’ideazione del look n. 147 in vista della festa di Capodanno. Colore dominante: nero, come le carote (segue sguardo accigliato allo specchio, riflessione, verdetto negativo. Motivazione della sentenza: “l’oro della borchia dello stivaletto stona con l’argento della perlina del top”. Si riparte col look n. 148).

La mamma ha cercato su Google: “come si cucina il fagiano?” e ha cominciato a prendere sul serio l’idea di usare la patata americana come fermaporte.

Dunque il 2013 sarà, ha deciso, l’anno della Rivoluzione della Spesa. Una Spending Review casalinga. Un’agendamonti personale in 10 punti.

1. Fare la lista della spesa, SCRIVENDO A STAMPATELLO, per evitare di doversi produrre in congetture e ipotesi filologiche davanti al banco del salumiere (“due etti di… umh …prosciugato? … profumato?….. profanato?…prosciutto, what else!);

2. Non scegliere nulla in base al colore: la patata viola è suggestiva, ma meglio lasciarla a Vissani.

3. Evitare tutti gli ingredienti usati da Nigella sul Gambero Rosso: chi pensa che il rafano sia commestibile deve essere ritenuto in preda ad allucinazioni e accompagnato al più vicino Pronto Soccorso (che lui riterrà essere un albergo a 5 stelle);

4. Comprare alimenti la cui preparazione si risolva in MENO di 24 ore;

5. Evitare di comprare le offerte che comprendono più di cinque confezioni: è difficile trovare cinque modi di cucinare il seitan;

6. Evitare i prodotti salutisti, se NON si è salutisti. La natura ha creato il grano per fare il pane e il miglio per alimentare gli uccelli e non viceversa. Davanti al sorgo poi, anche gli uccelli pare che si siano ammutinati.

7. La salicornia. Si può vivere senza.

8. Il wasabi. Idem.

9. Anche se Carlo Cracco consiglia lo scalogno, continuare a usare la cipolla. A capire la differenza, uno su mille ce la fa. Basta evitare di invitarlo a Capodanno.

10. Non mettere mai gli occhi sui premi che si vincono con i punti della spesa: per avere tre padelle di misure diverse, si potrebbe anche dover riempire di scatole di cereali glassati al miele ogni armadio e ogni scaffale della casa. Per una bistecchiera elettrica qualcuno ha spedito il figlio a vivere coi nonni per riporre nella stanzetta il surplus di mais dolce in scatola.

Stilato il decalogo, occorre un decreto di attuazione. La mamma decide che come ogni lista di buoni propositi, essa non può che valere ‘da lunedì’. La festa della Befana è salva! I semi di papavero dovrebbero ben figurare sulle lasagne!


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