PALERMO – “La delibera sulla riprogrammazione del Fesr parla chiaro e mi sembra che la pezza che il governo regionale cerca di mettere sia peggiore del buco”.
Il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino torna sulla riprogrammazione del Fesr Sicilia, confermando la posizione espressa ieri dalla Cgil e le accuse, respinte al mittente, dalla Regione.
Spese militari, il botta e risposta
Un botta e risposta a mezzo stampa. In prima battuta Alfio Mannino era intervenuto sulla delibera varata il 3 ottobre dalla giunta regionale “che riprogramma – aveva sottolineato – le risorse del Fesr 2021/2027 destinando 252.243.447 euro ad usi militari”.
“Ancora una volta il governo regionale fa il lacchè dell’esecutivo nazionale – aveva aggiunto Mannino – pronto ad esaudire qualunque sua richiesta senza neanche un’osservazione critica e a danno della Sicilia e dei siciliani”.
La smentita della Regione
La risposta della Regione, ieri, non si è fatta attendere. “In riferimento alle dichiarazioni diffuse dalla Cgil relative allo storno di 252 milioni di euro del Programma regionale Fesr per il riarmo – si leggeva in una nota – la Regione Siciliana smentisce categoricamente quanto affermato e precisa che si tratta di informazioni prive di fondamento. Nessuna somma è stata stanziata per finalità di riarmo”.
La Regione ha sottolineato la riprogrammazione dei fondi comporta “un rafforzamento della priorità trasporti. In particolare, 176 milioni di euro (e non 252) sono stati ricollocati per l’intervento ferroviario di interramento della linea e prolungamento della pista dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, un’opera già prevista nella pianificazione nazionale e regionale, del valore complessivo di 567,6 milioni di euro”.
Mannino, il nuovo intervento
“Nella delibera della giunta regionale- osserva oggi Mannino – non si trova traccia dell’intervento citato dalla Regione su Fontanarossa, dal costo di 176 milioni, mentre le somme previste per la difesa e per infrastrutture militari sono, ed è esplicitato , oltre 252 milioni”.
Mannino insiste: “Se la riprogrammazione riguardasse Fontanarossa, significa forse che si intende utilizzare questo aeroporto per la mobilità militare, modificandone o ampliandone la funzione? La delibera parla inoltre esplicitamente di basi militari. Questi sono legittimi interrogativi – conclude – a cui il governo deve rispondere chiaramente e subito, senza tergiversare”.

