GIARRE. Il triangolo compreso tra gli alloggi popolari delle vie Trieste, Romagna e Settembrini a Giarre si conferma un maxi mercato della droga a cielo aperto. Quello di sabato scorso è solo l’ennesimo blitz condotto in quell’area alla periferia del comune ionico, nel quartiere popolare Jungo, dove è continuo il via vai di auto. L’inchiesta Bingo, il cui processo in primo grado si è concluso pochi giorni, ha già evidenziato come la zona, in quel caso la via Liguria, sia ormai riconosciuto crocevia della droga per l’intero comprensorio. Più o meno le stesse le modalità di spaccio delle sostanze, spesso nascoste in luoghi neutri per sfuggire alle perquisizioni da parte delle forze dell’ordine. Stupefacente occultato negli incavi delle colonne portanti di palazzi fatiscenti, tra sterpaglie e rovi incolti o all’interno di scatole di metallo attaccate con calamiti ai telai di vetture. E ieri l’arresto a Giarre della nigeriana di 29 anni, sorpresa con circa 350 grammi di eroina, conferma come il comune ionico sia un fiorente mercato di spaccio anche della polvere bianca. I carabinieri indagano sulla provenienza e destinazione della droga trasportata dal corriere, giunta in Sicilia pare da Napoli. Si attende adesso l’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip.
Intanto arresti convalidati ma misura cautelare ai domiciliari e remissione in libertà per il 21enne giarrese Leonardo Cavallaro e per la 37enne di Fiumefreddo di Sicilia, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanna Calì e Giovanni Spada, finiti in carcere sabato scorso, al termine di un’operazione antidroga condotta dai carabinieri nell’area compresa tra le vie Romagna, Settembrini e Trieste a Giarre. Così ha deciso il gip di Catania Giancarlo Cascino al termine dell’udienza di convalida. Un terzo soggetto, il 27enne Concetto Sorbello, assistito dal legale Massimo Monastra, anch’egli arrestato dopo il blitz, era già stato scarcerato dal pubblico ministero per assenza di precedenti. Per il giudice i gravi indizi di colpevolezza sarebbero sussistenti solo per Cavallaro e Sorbello, accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari dell’Arma, appostati nelle vicinanze di via Trieste, li avrebbero sorpresi mentre cedevano dosi di sostanza stupefacente, per l’accusa marijuana, cocaina e persino eroina. La donna, arrestata con poco più di un grammo di marijuana e due ovuli di eroina, pari a circa 21 grammi, è stata vista raggiungere i due pusher, scambiarsi qualcosa e poi allontanarsi dai luoghi. In un secondo momento è stata fermata e condotta in Caserma. Per il gip la versione fornita dall’indagata, dichiaratasi tossicodipendente, sarebbe compatibile con i quantitativi rinvenuti. Non ci sarebbero inoltre elementi di prova sufficienti per addebitare a Cavallaro e Sorbello la cessione dell’eroina, non rinvenuta dai carabinieri durante il blitz. Trovati invece ben 86 dosi di marijuana, sequestrate insieme alla somma in contanti di 70 euro. Tutti e tre gli indagati davanti al gip hanno negato gli addebiti contestati.