Marsala, ucciso un imprenditore |E' un delitto di mafia - Live Sicilia

Marsala, ucciso un imprenditore |E’ un delitto di mafia

Cosa nostra trapanese abbandona la strada del silenzio. L'imprenditore Baldassare Marino ucciso da un gruppo di killer. Spunta l'ipotesi di un collegamento con un omicidio dell'anno scorso. Secondo il medico legale, la vittima è morta per dissanguamento.

La vittima e' Baldassarre Marino
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MARSALA – Un’esecuzione mafiosa. Non hanno dubbi gli investigatori della Squadra Mobile di Trapani. La Mobile, guidata dal vice questore Giovanni Leuci, da questa mattina è impegnata nei rilevamenti nel luogo dove è stato trovato ucciso Baldassare Marino, 67 anni, che lavorava nel settore delle costruzioni. Secondo le prime ipotesi di Leuci e dei suoi uomini, la mafia trapanese, rimasta silente per tanti anni, ricomincia a sparare e lo fa da Marsala.
Il corpo crivellato di colpi di Marino è stato rinvenuto in contrada Samperi, una frazione che si trova nella parte di Marsala che va verso Mazara. Marino era dentro la sua auto, una Opel Astra bianca, che gli uomini della Mobile hanno trovato ferma davanti all’ingresso dell’officina meccanica Car Diesel. Sono stati i dipendenti dell’officina a fare stamattina la macabra scoperta e ad avvertire la polizia. I vetri dell’auto sono tutti in frantumi e questo fa ritenere che contro Marino abbiano sparato più killer: l’uomo è rimasto vittima di una vera e propria esecuzione, ma molto probabilmente è stato raggiunto dai primi colpi di arma da fuoco quando era fuori dalla vettura, poi è salito in auto tentando la fuga ma non è riuscito nemmeno ad accendere l’automobile. Marino, così, è stato ucciso dai colpi di fucile al torace e alle gambe.
La scena che i poliziotti della Mobile si sono trovati davanti, però, aveva anche un particolare macabro. Un dettaglio che potrebbe essere letto nella simbologia di Cosa nostra: davanti alla macchina nella quale era rimasto il cadavere di Marino, è stata fatta trovare una corona di fiori, confezionata con foglie di vite, a forma di croce. L’omicidio, secondo i primi provvisori rilievi del medico legale, sarebbe stato compiuto nel corso della notte.
La notte e l’elemento buio, del resto, sono un nodo determinante. Secondo gli investigatori, molto probabilmente Marino questa notte aveva appuntamento con qualcuno nel luogo dove è stato ucciso. Un classico incontro chiarificatore, che però per lui si è concluso nel peggiore dei modi. Pur lavorando nel settore del calcestruzzo, un settore notoriamente condizionato nel trapanese dall’associazione mafiosa, Marino – soprannominato “occhi caddusi” – aveva precedenti per la sua forte vicinanza all’organizzazione mafiosa marsalese, ma non risultava fra i titolari della propria azienda. Citato in numerose indagini antimafia nel Marsalese, aveva precedenti legati alla droga ed è considerato dagli investigatori un personaggio di scarso rilievo. Questa notte, però, la condanna è arrivata da Cosa nostra. Una condanna a morte.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 13,42
Sono in corso una serie di interrogatori al commissariato di Marsala dove sono concentrate le indagini sul delitto. Per gli investigatori sono due le circostanze che riconducono l’omicidio alla pista mafiosa: intanto la potenza di fuoco impiegata, visto che a sparare sono state forse due o addirittura tre persone. Baldassare Marino dapprima è stato raggiunto dai primi colpi di arma da fuoco all’esterno delle sua automobile, una Opel Astra, poi ha cercato di fuggire via ma non è riuscito ad avviare l’auto che nel frattempo è stata crivellata di colpi che hanno mandato in frantumi tutti i vetri. Altro segnale quello del rinvenimento sul cofano dell’automobile di una corona di fiori composta a forma di croce. Baldassare Marino, attivo nel settore del calcestruzzo, fu coinvolto in una retata antimafia nei primi anni ’90, ma nelle più recenti indagini contro Cosa nostra nel marsalese è sempre comparso come soggetto a disposizione. Personaggio ben noto e conosciuto in particolare perché non era un imprenditore al quale piaceva molto mettere le mani in tasca. Non è da escludere, quindi, che ci possa essere un suo rifiuto a pagare qualcosa o qualcuno come possibile movente. Si riteneva abbastanza forte, tanto forse da potere compiere qualche azione di rifiuto, di sfida in sostanza. Le recenti risultanze dell’ispezione cadaverica fanno ritenere che l’uomo sia stato ucciso alle prime luci di oggi. Era solito recarsi in quel luogo perchè era sua abitudine andare a portare da mangiare ad alcuni cani che teneva nei pressi. Questo emerge dalle prime testimonianze raccolte dal pool antimafia della Squadra Mobile di Trapani. Un fascicolo che in queste ore i poliziotti stanno andando a rileggere è quello di un altro delitto commesso a Marsala nel febbraio del 2012, quello di Francesco Gerardi: le modalità dell’agguato e della esecuzione sembrano coincidere, anche Gerardi fu ucciso mentre si recava a dar da mangiare ad alcuni suoi cani che teneva nella sua villetta nei pressi del lido Signorino. Nel caso di Gerardi però non fu raggiunta la prova che si trattava din un delitto di mafia, cosa che invece all’esito dei primi accertamenti viene data per scontata nel caso di Baldassare Marino.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15,08

Le modalità del delitto, come pure il contesto, per gli investigatori della squadra mobile di Trapani lasciano pochi dubbi: a uccidere Baldassare Marino, 67 anni trovato cadavere all’interno della propria auto a Marsala, sarebbe stata la mafia. La vittima, che non ha mai riportato condanne per associazione mafiosa, è stata però più volte indagata perchè ritenuta vicino ad ambienti di Cosa Nostra. Celibe, dipendente da tempo dell’azienda di calcestruzzo ”Lo Cicero” di Strasatti, Marino non e’ ritenuto un personaggio di spicco di Cosa Nostra. Tuttavia, per gli investigatori, ha continuato ad orbitare intorno all’organizzazione criminale. Le indagini attualmente sono coordinate dalla Procura di Marsala ma già nelle prossime ore potrebbero passare alla Procura distrettuale antimafia di Palermo.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 18,00

Baldassare Marino aveva precedenti penali per fatti di droga, ma non per mafia: negli anni Novanta patteggiò una condanna a un anno e 8 mesi di reclusione, dopo le accuse di un pentito. Nel 1995 fu arrestato per coltivazione di canapa indiana e poi assolto. Negli anni Settanta un fratello di Marino fu eliminato con il sistema della lupara bianca. Intanto, circa i tralci di vite trovati sul tetto dell’auto della vittima (un’Opel Astra furgonata), secondo gli investigatori sarebbe stato lo stesso Marino a riporli sull’auto e sarebbero serviti per dare da mangiare alle pecore. Infine, dagli accertamenti effettuati dal medico legale, è emerso che Marino, ferito dai colpi al torace e alle gambe, e’ morto per dissanguamento a seguito di un colpo che ha tranciato l’arteria femorale. Marino era andato all’officina meccanica per mezzi pesanti ”Car Diesel”, di cui e’ titolare un suo amico, per dar da mangiare ai cani all’interno del muro di recinzione.


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