Paolo Borsellino sarebbe stato a conoscenza dei colloqui investigativi del Ros dei carabinieri con Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo. A sostenerlo, prima in Tv, poi ai pm, sono stati Claudio Martelli – ex ministro della Giustizia – e Liliana Ferraro, ex direttore degli affari penali al Ministero. Ma le loro versioni sono discordanti in alcuni punti. Per questa ragione i due saranno sentiti congiuntamente dalla procura di Palermo (che indaga sulla trattativa) e da quella di Caltanissetta, che ha riaperto i fascicoli sulla strage di via D’Amelio. Saranno sentiti separatamente, al centro Dia di Roma, sulla questione specifica della comunicazione fatta all’allora procuratore aggiunto, Paolo Borsellino.
Per la prossima settimana si attende anche l’audizione di Massimo Ciancimino che ha promessa la consegna ai magistrati di Palermo e Caltanissetta, di altri documenti fra cui diversi nastri registrati da Don Vito. “Si tratta di un materiale molto vasto di cui non conosco la rilevanza, cosa che poi valuteranno i magistrati, e che non è ancora nella mia piena disponibilità materiale. Cercherò di recuperare più cose possibili dalla cassetta di sicurezza del Lichtenstein in cui la documentazione è depositata” ha detto Ciancimino mentre il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, stringe sui tempi. Se si dovessero allungare troppo, “la procura procederà alla richiesta di rogatoria internazionale”.
Intanto i magistrati di Palermo che indagano sulla trattativa sono alle prese con gli atti trasmessi dalla procura di Firenze. In particolare i verbali del pentito Gaspare Spatuzza nelle parti in cui parla dei collegamenti fra il senatore Marcello Dell’Utri e alcuni esponenti di Cosa nostra. Il contenuto, comunque, non dovrebbe aggiungere nulla di decisivo rispetto a quanto Spatuzza ha raccontato ai magistrati palermitani e che è finito agli atti del processo in corso in corte d’Appello contro il senatore per concorso esterno in associazione mafiosa.