Da un certo punto di vista la storia raccontata da Tommaso Labate sul ‘Corriere della Sera’ (leggi qui l’articolo completo) è un’altra traccia di quella felice normalità che il Presidente della Repubblica, il palermitano Sergio Mattarella, ha posto come segno del suo mandato e della sua vita politica. Normalità intesa come sentimento che rifugge l’eccesso e misura di un’esistenza incline alla moderazione e al garbo, giammai agli strepiti.
La vicenda, narrata da Labate, condensa lo stupore di Alessandra (nome di fantasia) che, aspettando, come da indicazioni della proprietaria, un possibile nuovo inquilino per la casa che si appresta a lasciare, si è trovata davanti il Presidente della Repubblica, siamo a Roma. Poi, la richiesta del selfie che è finito sui social, come riporta il ‘Corriere’.
Un evento ordinario che, tuttavia, alla scadenza del settennato presidenziale, ha fatto drizzare le orecchie alla politica: a chi la fa, a chi la mastica, a chi ne scrive. Se l’Inquilino del Quirinale cerca casa come un inquilino qualunque, significa, verosimilmente, che non ci sarà un secondo mandato, come gli intendimenti, fin qui, dimostrerebbero. E’ pur vero che gli oroscopi della politica sono mutevoli.
Ci sarà, invece, tempo per i bilanci di una Presidenza, all’insegna di uno stile che ha lenito un clima generale di soffocanti contrasti. Mattarella è davvero il Presidente di una felice normalità, infatti si è messo a cercare casa come un semplice dittadino. Dato ancora più rilevante per un uomo che ha vissuto un tempo di tragedia, personale e collettivo.