PALERMO – “Una figura totalitaria, le scelte le prende lui e basta. Puoi dargli un consiglio, appellarti ai dati ma alla fine decide di testa sua”. Mattia Baldini descrive così suo padre, Silvio, durante una intervista rialsciata ai microfoni de “La Repubblica”. “Il mio approccio con l’ambiente sportivo non è semplice perché quando arrivi sei sempre l’erede di Baldini, tutti hanno dei dubbi e si chiedono se sarò all’altezza. Se poi mi facessi forza col nome, papà non mi vorrebbe più come figlio. Il mister pretende molto. A volte, cerca un pretesto o alza la voce per migliorare il livello degli allenamenti e delle attenzioni. Lo so che non è comodo però ne conosco i valori e ormai siamo insieme da quattro anni e mezzo”.
“Cerco sempre di togliere l’etichetta che porto addosso – prosegue il giovane Baldini, match analyst del club rosanero -. Se le cose vanno male è scontato che la gente speculi. L’anno scorso, si sono inventati che alla Carrarese prendevo 5.000 euro. Ma devi essere bravo a farti scivolare le cattiverie e vedere da dove piove la critica. Quando papà presentò la lista dei collaboratori a Palermo disse: ‘Viene gratis, la paga gliela do io’. Per me andare senza stipendio a 31 anni era mortificante. Fu la mamma a convincermi per mostrare di cosa ero capace. E debbo ringraziare la società perché, nel corso del campionato, mi ha fatto il contratto riconoscendo i miei meriti”.
BRUNORI
“Curo gli schemi e ne avevamo studiato uno che ad Avellino risultò vincente. Dopo il gol, Brunori cominciò a correre e credevo andasse ad abbracciare un compagno, invece mi è venuto a cercare e nell’intervista poi mi ha ringraziato. Un ragazzo straordinario e speciale, qualunque sia la sua scelta va accettata e applaudita per quello che ha regalato alla città”, ha concluso Mattia Baldini sul centravanti del Palermo autore di 29 gol in stagione.