ROMA – “Ci sarà un allargamento del numero programmato a Medicina ma non un superamento del numero chiuso. Già da quest’anno il numero di iscrivibili aumenterà del 20-30%”. Così il ministro della salute Orazio Schillaci a Tg1 Mattina. Tuttavia, ha affermato Schillaci, “la vera carenza, che non è solo italiana, è sugli infermieri; sui medici abbiamo una gobba pensionistica, ma in realtà non mancano così tanti medici. Verrà aumentato il numero degli iscritti a Medicina ma i risultati si vedranno tra 6-8 anni”. Quindi, “dobbiamo agire per far tornare i medici nel pubblico rendendo più attrattivo il Ssn. Sugli infermieri stiamo cercando soluzioni”.
“Di fatto la parte pratica e organizzativa sulla salute dal 2001 è regionale e sono già le regioni che gestiscono gran parte della salute pubblica, e ci sono differenze che si traducono in una diversa aspettativa di vita sul territorio. Credo invece che l’autonomia differenziata possa diventare un’occasione perchè ci sia da parte del ministero un maggior controllo su ciò che fanno le regioni; è cioè un’opportunità per superare e non per allargare le disuguaglianze nel Paese – ha detto il ministro che ha inoltre sottolineato come “nelle valutazioni della spesa sanitaria rispetto al Pil, l’Italia è sotto la media Ocse; c’è stato un cambio di marcia col Covid e quest’anno sono stati distribuiti alle Regioni oltre 130 miliardi, più altri 3,5 miliardi. Ma è fondamentale anche studiare e avere nuovi paradigmi, è cioè importante razionalizzare e spendere bene i soldi dei contribuenti oltre ad investire in sanità”.
E sul fronte Covid ha annunciato: “Noi abbiamo una scorta di vaccini anti-Covid anche superiore alle nostre necessità. Dopo 3 anni di sofferenze, la pandemia la abbiamo lasciata alle spalle e i dati che abbiamo sono moto rassicuranti. E’ chiaro che ci sarà una vaccinazione che consiglieremo ai pazienti fragili e agli anziani, ma non abbiamo alcun problema di scorte di vaccini, anzi”.
“Il termine del Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr è il 2026: stiamo lavorando per rispettare tale scadenza, ma non erano previsti fondi per personale e apparecchiature – ha detto Schillaci -. Il Pnrr è una importante iniziativa per modernizzare la sanità. Ci sono due grandi capitoli: innanzitutto le case di comunità per la medicina territoriale. E’ vero che i soldi del Pnrr sono dedicati essenzialmente alle infrastrutture ma stiamo lavorando”.
Con il Pnrr, ha proseguito, “la sfida da vincere è cambiare la sanità. Le case di comunità eviteranno l’ingolfamento nei Pronto soccorso, e stiamo dialogando con medici base e farmacisti”. Quindi “da un lato rafforziamo la medicina del territorio e dall’altro sviluppiamo la digitalizzazione con la telemedicina, che è l’altro capitolo del Pnrr. Proprio la telemedicina consentirà di superare le diseguaglianze territoriali”. Schillaci ha inoltre ricordato che è in atto la revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea): “Spero possano essere approvati i nuovi Lea, che stiamo aspettando da oltre 6 anni”. Altro capito riguarda gli anziani, cn la recente approvazione del decreto anziani: “Ci prenderemo cura degli over-65 che sono 14 mln e abbiamo il progetto di affiancare alle Rsa anche l’assistenza domiciliare per pazienti non autosufficienti. Questo è segno di civiltà e ciò influisce sulla qualità delle cure e il benessere psicologico degli anziani stessi”.