Mef, Orlando contro tutti| “Gli ispettori fanno terrorismo”

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05 Febbraio 2019, 20:59

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PALERMO – “Gli ispettori ministeriali fanno terrorismo”, “la loro è una posizione inaccettabile”, “fanno ispezioni solo a Palermo e non nelle altre città”, “vogliono privatizzare la Gesap”, “hanno aspettato la scadenza dei termini di prescrizione per intervenire sulle cose fatte dal mio predecessore”, “potevano usare Google per consultare le leggi”, “non conoscono le norme nazionali e regionali”, “non sanno quello che fanno i colleghi degli altri ministeri, ma neanche quello che fa il proprio ministro”. Il sindaco Leoluca Orlando non si è risparmiato e a Sala delle Lapidi, nella seduta dedicata ai rilievi del ministero dell’Economia e mentre fuori si teneva il sit-in dei sindacati, ha fatto piovere sugli ispettori del Mef insulti, allusioni e battutine. Un intervento rabbioso, quello del Professore, che ha deciso lo scontro frontale con il dicastero che, nella sua relazione di due settimane fa, ha sostanzialmente bocciato il comune di Palermo e inviato tutto alla Corte dei Conti.

Orlando aveva da subito reagito male alla relazione, puntando il dito contro il governo nazionale, ma in questi giorni ha affilato le armi e aspettato per affondare il colpo. Un intervento durato circa mezz’ora, in un crescendo di invettive rivolte agli ispettori accusati, sul finire, di essere “fiancheggiatori di Helg” e di volere “privatizzare la Gesap”. “Questa vicenda è istruttiva e fa chiarezza – ha esordito il sindaco – ringrazio ufficialmente gli ispettori ministeriali che, con la loro inadeguatezza, hanno consentito di evidenziare i grandi cambiamenti intervenuti nella gestione finanziaria del Comune. Ricordo che questa relazione è inadeguata e incompleta e questi ispettori fanno ispezioni senza conoscere le leggi nazionali e regionali – ha continuato il Professore – la mano destra non sa quel che fa la sinistra, creando un clima terroristico”.

Un intervento, quello di Orlando, accerchiato dalla sua giunta e in un’Aula gremita, incentrato più sulle accuse agli ispettori che sul merito dei rilievi, per il quale ha rimandato alla lettura delle corpose relazioni prodotte dagli uffici. E comunque il Comune proprio sulla scorta dei rilievi è corso ai ripari, riconoscendo in più casi che gli ispettori avevano ragione.

Ma il Professore è andato dritto come un treno, in un susseguirsi di accuse più o meno velate. “Gli ispettori hanno emesso una sentenza senza conoscere le leggi, ci dicono che il nostro comportamento è stato corretto ma mandano tutto alla Corte dei Conti – ha sbraitato il primo cittadino – ma ho già mandato tutto io alla magistratura per accertare la responsabilità degli ispettori in ogni sede competente. Avrebbero potuto fare domanda interlocutorie e invece hanno fatto una cattiva figura, dicendo che non avevamo fatto cose che invece abbiamo fatto”.

Il sindaco ha poi passato in rassegna i rilievi e difendendo a spada tratta il Comune, senza alcun margine per un mea culpa o l’ammissione di un qualche errore. “Hanno contestato la pianta organica del 2009 approvata dalla precedente amministrazione, ma lo hanno fatto solo dopo che erano scaduti i termini di prescrizione – ha detto Orlando – Contestano il Coime: non sanno che per quei dipendenti paga lo Stato e che per sbloccare l’ultimo pagamento sono intervenuti il sottosegretario Giorgetti, il ministro Tria, la Corte dei Conti, il ministro Salvini? E che abbiamo ricevuto il pagamento il 31 dicembre per espresso ordine del ministro dell’Economia?”.

Il sindaco ha difeso le stabilizzazioni dei precari, avvenuta grazie alla legge Madia o agli accordi con i ministeri, e annunciato lo studio di una possibile soluzione per i videoterminalisti attingendo le risorse da restituire direttamente dal Fondo, anziché prelevarle dai singoli dipendenti. “Sui dirigenti a tempo determinato ho fatto una selezione e un esame comparativo – ha aggiunto – erano incarichi fiduciari. Dopo i rilievi non abbiamo fatto altre proroghe e nessuno mi ha arrestato”, anche se in realtà la mancata proroga è stata dovuta più che altro alla mancanza di risorse in bilancio. Il Professore ha annunciato che la Reset non sarà privatizzata, così come non lo sarà la Gesap per la quale ha usato parole di fuoco: “Chiedo che si verbalizzi quanto sto dicendo: gli ispettori ministeriali non si possono permettere di dire cosa deve fare l’amministrazione sulla proprietà della Gesap o di fare fiancheggiatori di Helg che voleva con altri svendere l’azienda. Può intervenire il ministero dei Trasporti, ma non gli ispettori. Qualcuno forse pensa che gli ispettori siano cavalli di Troia per la privatizzazione?”.

Orlando ha scelto così la linea dura, anzi durissima, andando allo scontro non solo con il governo nazionale ma anche con gli uffici dello Stato, in primis la Ragioneria, e chiedendo al termine della seduta un documento congiunto ai capigruppo. Un duello che però, al momento, sembra si stia conducendo da una parte sola visto che in queste settimane da Roma non è arrivata alcuna replica. Il vero nodo sarà capire come si comporteranno adesso gli uffici comunali che dovranno presto decidere se procedere o meno con concorsi, stabilizzazioni e piante organiche: un nuovo bivio per dirigenti e funzionari, chiamati a scegliere ancora una volta (dopo il caso Anagrafe) tra Orlando e la Capitale.

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LE REAZIONI

“Il Sindaco Leoluca Orlando che oggi si erge a paladino dei diritti dei lavoratori dovrebbe scusarsi per aver tenuto un comportamento cinico sulla pelle dei lavoratori, per non avere affrontato con la dovuta serietà ed attenzione questa vicenda negli ultimi due anni. Oggi in Consiglio comunale (finalmente si fa vedere in Consiglio Comunale!) verrà a difendere il proprio operato citando documenti e atti compiuti in realtà dall’Amministrazione precedente. Una volta tanto sarà costretto a dire che non è “colpa” di chi lo ha preceduto ma che è “merito” di chi lo ha preceduto. In ogni caso oggi, di fronte ai rischi gravissimi cui il pressappochismo di Orlando ha esposto decine se non centinaia di lavoratori, possiamo solo sperare che il Sindaco venga a più miti consigli e accetti la collaborazione di tutti per evitare il disastro. Ma sia chiaro che se ciò non avvenisse, sarà lui e soltanto lui a doversene assumere le responsabilità.” Lo ha dichiarato Marianna Caronia.

“Noi staremo sempre dalla parte dei cittadini e dei lavoratori – dice Ugo Forello del M5s – Il Mef ha evidenziato diverse criticità che fanno riferimento, soprattutto, a procedure e azioni delle passate amministrazioni (da Cammarata a Orlando). E’ necessario voltare pagina attraverso un’azione politica forte e decisa, supportata da una solida strategia tecnico-giuridica. Le priorità sono: rispondere alle effettive esigenze di servizio e dei cittadini e chiudere, definitivamente, con il precariato. Noi non siamo con il Sindaco Orlando, non condividiamo la sua politica amministrativa, rappresentiamo una importante forza di opposizione e minoranza in città, ma siamo e ci schieriamo con i lavoratori comunali e faremo fronte comune con tutti quelli che vorranno perseguire gli stessi obiettivi. Per questo pensiamo sia opportuno – cogliendo l’invito del Sindaco – che il Consiglio Comunale, tutto, adotti un atto politico forte e chiaro sulla questione dei precari comunali, su come e quando si possa uscire definitivamente da questa condizione che lede la dignità di persone che da anni sono al servizio della collettività. Si inizi con la stabilizzazione dei 14 insegnanti di scuola materna e, dopo, con quella dei lavoratori a tempo determinato”.

“Il quadro all’interno del quale ci muoviamo è allarmante e degradato”. Così Fabrizio Ferrandelli e Cesare Mattaliano, esponenti di punta di +Europa in Sicilia. “Dagli inizi della consiliatura abbiamo richiesto interventi tempestivi e collaborazione al sindaco sulle politiche del personale e più in generale sui vari aspetti gestionali oggetti delle contestazioni rilevate dal Mef e dalla Corte dei Conti. È indubbio che l’atteggiamento di scontro e di chiusura del capo dell’amministrazione abbia, in questi mesi, fatto degenerare, complicandola, la situazione. Il sindaco ha fallito, il sindaco non lo sa fare! Incapacità manifestata nella mancata definizione del sacrosanto processo di stabilizzazione del personale – precisano i consiglieri – dal taglio significativo del salario accessorio al recupero delle indennità di rischio, frutto degli accordi decentrati, dalle gravissime irregolarità accertate in riferimento ai contratti ex art.90 agli affidamenti in house a Rap illegittimi per mancato rispetto dell’art.3 del DL 179/2012, dai contratti con Amap, Amat e Amg che non recano i prezziari ufficiali e quindi privi di congruità alle gravissime irregolarità (già peraltro segnalate dalla corte die Conti nell’ultima delibera n.161/2018) nell’accesso fatto all’anticipazione di liquidità, e potremmo continuare. Se il Sindaco si fosse sottoposto, da subito, a un confronto costruttivo e collaborativo con il consiglio comunale e con il Mef, oggi avremmo potuto superare gran parte delle criticità. Ma in lui ha prevalso lo scontro politico e talvolta anche la strumentalizzazione. Tuttavia – concludono i due consiglieri – noi siamo chiamati a dare risposta ai problemi per cui ribadiamo il nostro impegno e sostegno al superamento dei rilievi, proponendo la costituzione immediata di una cabina di regia tra tutte le forze politiche e sociali della città, la Regione siciliana e i ministeri interessati”.

“Certamente alcuni rilievi sono assolutamente pretestuosi, perchè malgrado l’amministrazione comunale abbia fornito le dovute giustificazioni della maggior parte delle osservazioni, il Mef rimanda le questioni alla Corte dei Conti”. Lo dice Sandro Terrani del Mov139.

“La verifica amministrativa contabile sul Comune di Palermo è figlia di un impianto ideologico che tende a svuotare l’autonomia dei comuni attraverso continui tagli di trasferimenti, vincoli arbitrari imposti dal Patto di stabilità, appesantimenti normativi privi di ratio – dice il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania – Solo così si spiega la smania degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze di liquidare, con un tratto di penna, lavoratori importanti per la città come quelli del Coime e gli ex LSU. È evidente che siamo davanti a un disegno perverso, di natura politica, che intende privatizzare i servizi pubblici locali. Avevamo ragione, qualche mese fa, quando abbiamo definito la prima mastodontica relazione del Mef una grande bolla di sapone. Tuttavia quando le bolle si dissolvono rendono scivoloso il terreno e per questa ragione bisogna essere cauti nel rispondere a questi nuovi rilievi. Bisogna evitare di consegnare i quesiti nella mani della burocrazia comunale: serve, invece, uno scatto di fantasia per forzare i vincoli ideologici attraverso una nuova politica economica espansiva. È necessario investire su nuove assunzioni negli asili nidi e nel sociale e migliorare i servizi a partire dal trasporto e dall’illuminazione pubblica. Solo in questo modo potremo contrastare il disegno di chi, anche attraverso questa relazione, ha l’obiettivo di uccidere la politica, attraverso la tecnica ragionieristica, e l’autonomia degli enti locali.”

“Se c’è qualcuno che non sa cosa faccia la mano destra e cosa faccia la mano sinistra è proprio il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – a dirlo è il sindacato Ugl -. In riferimento invece alla  difesa dei diritti dei “precari ” “stabilizzati” del comune, il sindaco  ha dichiarato “I loro sono diritti acquisiti, legittimi e intoccabili”. Sono i suoi uffici che smentiscono il sindaco di Palermo. In allegato la risposta alla diffida inviata, in merito  al procedimento concluso nel 2017 con l’esame degli orali, dal settore risorse umane  del comune a proposito di un  bando pubblicato ed espletato ed a cui deve solo far seguito la firma del contratto. La nota del comune  sostiene che è facoltà dell’amministrazione e non un “diritto  acquisito, legittimo ed intoccabile” come invece  dichiarerebbe il sindaco.  Delle due l’una: o il sindaco di Palermo dice cose non vere,  o gli uffici negano i “diritti acquisiti, lggittimi e intoccabili”… o “è terrorismo”?!”

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05 Febbraio 2019, 20:59

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