CATANIA – Accompagnata dal sole la nuova edizione di “Meglio Parco che sporco”: una giornata che, ormai dal 2013, i comuni del Parco dell’Etna dedicano alla pulizia del territorio, giovandosi dell’aiuto di associazioni ambientaliste, volontari e istituti scolastici; da non trascurare il ruolo svolto da enti come Protezione civile, CAI, Protezione civile e associazioni d’arma. Da Nicolosi a Mascali, grotte, sciare, parchi, tratti di bosco e campagna sono stati passati al setaccio, mentre alle imprese di nettezza urbana è toccato il compito di raccogliere e conferire i rifiuti.
L’impegno, diretto a limitare il fenomeno –sempre più invasivo- delle microdiscariche, ha avuto però risvolti ben più vasti: “Abbiamo voluto che l’azione di pulizia manifestasse lo spirito della comunità”, ci ha detto la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia, riferendosi al valore simbolico di luoghi ben precisi: “A Nicolosi, tra gli altri siti, si sta ripulendo la via Mompeluso, dov’è stata uccisa Giordana Di Stefano. A Randazzo, giovani di tutte le età stanno riqualificando la contrada Donna Bianca, già oggetto di intimidazioni criminali: l’intento è di riappropriarsi del proprio territorio”.
L’Ente Parco ha espresso notevole soddisfazione per l’ampio numero di adesioni: “A questa base dovrà corrispondere la sempre maggiore consapevolezza delle istituzioni”, ha proseguito la presidente, “per il momento l’evento di oggi è stato inserito tra quelli della settimana europea per la riduzione dei rifiuti. A livello europeo sorprendono piacevolmente le attività di pulizia che si stanno svolgendo in Sicilia”. Sono 150, infatti, le iniziative previste solo sull’isola nei giorni dal 18 al 26 novembre. A partire dalla prima edizione l’apporto delle scuole è stato sempre stretto, ravvisando nell’iniziativa un’occasione immancabile per trasmettere cultura in modo pratico. Oggi si sono potuti osservare al lavoro alunni dai dieci ai diciott’anni, validamente supportati dagli insegnanti; per i giovanissimi il Parco ha invece organizzato una serie di attività volte alla conoscenza della natura: le guide naturalistiche hanno accompagnato i bambini attraverso passeggiate multisensoriali, laboratori didattici e piccoli esperimenti.Tra le associazioni partecipanti, i Bersaglieri dell’Etna, primi a raggiungere l’Ente Parco e visibilmente orgogliosi del titolo di “Ambasciatori del Parco dell’Etna” ricevuto lo scorso anno; l’associazione, composta da bersaglieri in congedo, familiari e simpatizzanti, ha ribadito la propria volontà d’impegno civile. Soprattutto nei fatti: li abbiamo ritrovati intenti a bonificare la zona dei Tre Altarelli, affiancati dall’ associazione europea operatori di Polizia e da un gruppetto di avieri dell’Air Force di stanza a Sigonella. Non si tratta di una presenza nuova: i militi statunitensi ci hanno riferito di contribuire da diversi anni all’iniziativa. Presente anche l’ingegnere Russo dell’ufficio speciale Raccolta Differenziata, ente che dalla sua recente creazione ha di fatto svolto un ruolo rilevante nella gestione dell’emergenza rifiuti in Sicilia. “Materialmente stiamo supportando il Parco per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti recuperati, fornendo anche sacchi e guanti ai volontari”, ha detto Russo.
Tra le altre zone del versante sud restituite –almeno in parte- alla propria bellezza, Monte Manfrè e la contrada Cisterna Regina di Belpasso, l’area del tornante Fiorino a Zafferana ed alcune vie di Tarderia, interessate da fenomeni di periodico degrado. Un gradevole omaggio ad una delle eccellenze locali è stato poi offerto da Alfio Leonardi, responsabile della cooperativa “Zaufanah” : questa ha tra i propri obiettivi la tutela delle mele dell’Etna, riconosciute anche presidio Slow Food col pieno appoggio del Parco. Una certa quantità di questi frutti caratteristici è stata offerta ai partecipanti. “Iniziamo lentamente a vedere i primi risultati, tanto a livello di coscienza comune quanto sul territorio”, ci ha fatto notare il giornalista Gaetano Perricone, comunicandoci l’impressione che il lavoro, anche periodico, di gruppi ben coordinati possa effettivamente fare una qualche differenza.