René Guénon, il maestro della Tradizione. René Guénon, il più radicale critico della Modernità. Investigatore del Sacro, scienziato dell’esoterismo, discepolo d’Oriente. Francese convertito all’Islam e ispiratori di tanti: Julius Evola, Aldus Huxley, Frithjof Schuon ed Elémire Zolla – per citarne alcuni. Eccolo. Sandro Consolato – calabrese trapiantato in Sicilia – ha appena pubblicato per i tipi genovesi di Arya, il saggio A Ovest con René Guénon. Uno studio dedicato – come allude del resto il titolo – all’interesse del metafisico francese per le tradizioni religiose ed esoteriche occidentali.
René Guénon
“Il mio primo, impegnativo contributo agli ‘studi tradizionali’ risale al 1989, ed è il saggio René Guénon e la tradizione romana, ospitato nel quaderno collettivo dedicato a René Guénon dalla rivista Arthos – ricorda Consolato – Commentando, nella stessa pubblicazione, il mio scritto, il direttore di Arthos, Renato Del Ponte, osservò che si trattava di un “amplissimo ed esauriente studio […] il cui principale merito consiste – oltre che nella profondità della ricerca – nella grande dose di moderazione e di comprensione della visione guénoniana, affrontata, per così dire, all’interno delle sue stesse contraddizioni, laddove esistono”.
E ancora: “Alla fine di tutto questo lavoro di ‘restauro’ – spiega l’autore – mi sono reso conto che il filo conduttore di tutti i miei studi guénoniani era il rapporto tra il metafisico nato nel 1886 a Blois e morto nel 1951 al Cairo e il tema della “Tradizione” in Occidente, quindi delle tradizioni dell’Occidente, dal più remoto passato al tempo presente. Da qui l’idea di una raccolta unitaria di questi studi”.
L’opera
Un saggio scritto e pensato decisamente per gli specialisti dell’argomento. All’interno non mancano critiche a Guénon e ai guénoniani. Non senza riconoscere, tuttavia, un debito di riconoscenza verso la sua opera: “Ritengo – scrive Consolato – di grande importanza il suo contributo a spezzare l’eurocentrismo della nostra visione spirituale e culturale, dicendo pure agli Occidentali che l’Oriente possedeva ancora nel XX secolo delle conoscenze che loro non avevano più e che avrebbero dato modo di comprendere meglio la stessa antichità europea o il Medioevo”.