PALERMO – “Stamattina stavo per prendere il caffè, mi hanno portato un calice di champagne. Forza Italia ha raggiunto risultati straordinari. Si è dimostrata forte, competitiva, al timone del centrodestra siciliano”. E mai più, “basta con le coalizioni innaturali, non ci portano da nessuna parte: mai più con il Pd, sono errori da non ripetere a nessun livello. Chiudiamola qui”. Dove altri vedono scricchiolii, Gianfranco Miccichè, leader siciliano di Forza Italia e presidente dell’Ars, vede il bicchiere neppure mezzo pieno. Stracolmo. E commenta così gli esiti delle Amministrative sostenendo che “il centrodestra è in piena salute e alle Regionali doppieremo i nostri avversari, come nella sostanza è accaduto in questa occasione”.
Da sinistra arrivano gli “avvisi di sfratto” a Musumeci e i brindisi. Si fa presto a cantar vittoria o nel centrodestra si impongono riflessioni?
“Chi è autorizzato a brindare siamo noi. Ho fatto colazione a champagne. Leggendo i dati, abbiamo colto risultati che definisco straordinari: a Porto Empedocle siamo al 17,6%, a Canicattì abbiamo sfiorato il 10%, a Favara con le due liste che facevano capo a noi rispettivamente 8,20 e 5,21%, quindi a sfiorare il 15%, a Caltagirone sopra il 9%, a San Cataldo il 9%, ad Alcamo il 7,5%. Siamo stati l’unico partito presente ovunque, e questo chi fa politica sa bene cosa significa in termini di bilancio. Mi pare che a sinistra si faccia presto a cantar vittoria”.
Azzardiamo un’ipotesi: forse si aspettavano un centrodestra più aggressivo e sono comunque soddisfatti per ciò che hanno strappato?
“Impossibile. Hanno fallito clamorosamente: il Pd continua a esibire il proprio encefalogramma piatto, mente i Cinquestelle hanno poco da gioire, se dal 35% della scorsa tornata sono passati al 5%. Anche se alle Regionali presumibilmente potranno fare meglio, sentiamo, dove sarebbero i motivi per esultare? Se gioiscono, vuol dire soltanto che si accontentano di poco. Messi assieme, i voti del centrodestra doppiano quelli delle sue opposizioni”.
Eppure Forza Italia con il Pd in qualche città, e non certo irrilevante, ha corso…
“ La chiudo subito dicendo che sono esperimenti atipici che non saranno ripetuti. Esperimenti falliti, che bisognava tuttavia fare per capire dove avrebbero potuto portare. Mai più con il Pd, è un errore. Lo ha fatto anche l’Udc ad Alcamo, argomento chiuso”.
Alcamo pare faccia storia a sé, roccaforte grillina che ha lasciato le briciole e apre il dibattito nel Movimento sull’opportunità di correre da soli sempre e ovunque.
“Parliamone. Noi praticamente ad Alcamo non esistevamo, mancava una nostra lista da quindici anni e abbiamo preso il 7 e mezzo per cento. Sono questi i dati che vanno analizzati. Abbiamo due consiglieri e un credito importante, si tratta anche qui di un successo enorme”.
Secondo lei emergono problemi di sintesi con le altre forze politiche di centrodestra? A Caltagirone dove correvate uniti è andata male, per esempio. E i suoi commenti lusinghieri sul suo partito non danno il segno di equilibri che potrebbero muoversi?
“Non c’è un problema di sintesi, assolutamente. Le comunali sono ben altra cosa rispetto alle regionali, primo. Secondo, gli equilibri sono stati sempre quelli che vediamo oggi: Forza Italia è sempre stata nettamente più forte degli alleati e continua a esserlo. Non vedo grandi spostamenti di dinamiche, nel senso che se Diventerà bellissima a Caltagirone fa il 5%, noi chiudiamo con oltre il 9%. Questo è quello che è successo”.
Dunque, se qualche settimana fa Miccichè ha dichiarato, in mezzo alla querelle fra Musumeci e Salvini, che il candidato presidente della Regione sarà indicato dal partito più forte e oggi questo è ancora il suo, chiudiamo il sillogismo che vede in ballo Forza Italia e la sua prelazione sul futuro aspirante inquilino di Palazzo d’Orléans?
“Che noi siamo pronti, non è una novità. Ma non dimentichiamo che avremo un presidente uscente che, se verrà accettato da tutti e confermato come candidato, chiuderà automaticamente l’argomento. Diversamente, non c’è dubbio che Forza Italia porrà la propria candidatura. Questo è scontato, ma il candidato uscente quattro anni fa, non dimentichiamolo, fu il tramite per l’unione dell’intero centrodestra. Il senso delle mie affermazioni deve leggersi nei confronti di chi aveva iniziato a indicare candidati propri: se qualcuno deve fare un nome, insomma, questo è il partito più forte, e lo è in maniera imbarazzante”.
Detto di Forza Italia, il centrodestra nel complesso è davvero in buona salute? Anche il partito del presidente Musumeci qualche batosta l’ha colta, e in città dove si presentava forte.
“Le ricordo che quattro anni fa Diventerà Bellissima e Lega si presentarono insieme arrivando a stento al 5%. Oggi sono nettamente più forti. Forza Italia, stessa cosa. Quattro anni fa avevamo duecento amministratori locali, oggi sono stati superati nettamente i mille. E allora prendemmo fra il 16 e il 17%, mica niente. Però siamo un partito che adesso vale di più, come valgono di più Fratelli d’Italia, Lega, DB. Ancora: l’Udc fa risultati, in alcuni territori, assolutamente straordinari; e abbiamo la novità di Totò Cuffaro che arriva a punte minime del 5%, fino al 10% in alcuni Comuni dell’Agrigentino”.
CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA