PALERMO- Una lunga carriera che attraversa il mondo del cinema e del teatro. Michele Placido nella pellicola da lui diretta, “Eterno Visionario” (al cinema dal 7 novembre con 01 Distribution), ci offre uno sguardo inedito sulla vita privata di Luigi Pirandello e si concentra principalmente sui segreti della famiglia del drammaturgo siciliano.
Un Pirandello sognatore (Fabrizio Bentivoglio) mai visto prima, che ci svela le sue passioni e ossessioni, il suo amore travolgente e impossibile per Marta (Federica Luna Vincenti) e il rapporto sofferto con la follia della moglie Antonietta (Valeria Bruni Tedeschi).
Abbiamo incontrato il regista pugliese a Palermo, al Cinema de Seta ai Cantieri culturali della Zisa, per l’anteprima del film, in occasione delle “Giornate del Cinema per la scuola”.
Un altro personaggio storico dopo Caravaggio, perché Luigi Pirandello?
“Le sue novelle sono un tesoro e poi perché adesso, arrivato a quest’età, nella piena maturità, mi sento di raccontare questo personaggio. Ogni sua opera potrebbe essere o diventare un film. Eterno Visionario, liberamente ispirato al libro del giornalista agrigentino, Matteo Collura, ritrae il mondo più intimo, il tormento e la forza dello scrittore Premio Nobel”.
La sua è una dichiarazione d’amore verso Pirandello.
“Ho sempre considerato Pirandello non come padre spirituale, ma una guida, un maestro sempre vicino, accanto a me. La mia è stata una sfida quella di rappresentare un uomo così complesso, dalla profonda solitudine e tristezza che mi tocca il cuore e l’anima. Un genio capace di trasformare in arte la propria infelicità”.
Lei si rispecchia in Pirandello?
“Io vengo dal teatro e nasco in teatro. I miei maestri sono stati Strehler e Ronconi. Tante opere ho messo in scena di Pirandello. Io non solo mi rispecchio nel drammaturgo siciliano; non solo lui mi ha cambiato ma soprattutto mi ha migliorato a essere più forte e ad affrontare la vita”.
Per essere regista bisogna essere un “eterno visionario”? Si considera tale…
“Avevo una mamma visionaria, lei faceva dei sogni e i suoi si avveravano. Lo so, magari non ci crediamo, ma è così come Amleto di Shakespeare: fantasticare visioni oniriche… Io ho ereditato questo punto di vista”.
Lei è pugliese, qual è il suo rapporto con la Sicilia?
“Questa è la terra dove è nato tutto. Ha avuto due premi Nobel per la letteratura : Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo. Scrittori che sono entrati nella storia grazie al loro genio e alle opere prodotte e diffuse in tutto il mondo”.
La Sicilia ha sempre dato i natali a grandi esponenti letterari, sono stati fonte dei suoi studi?
“Indubbiamente sono stato formato dai grandi scrittori siciliani, al di là di Pirandello, anche da Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia . Sono stato a casa di Sciascia che mi ha dato dei consigli come leggere più opere di Pirandello possibili . Se me l’ha detto Sciascia…!!”.