PALERMO – La protezione civile di Palermo conferma: domani riaprono le scuole. Da stasera infatti “l’acqua dell’invaso Poma sarà immessa in acquedotto – scrive in una nota il dipartimento provinciale – sarà disponibile nella rete cittadina nelle prossime 24 ore”. I livelli di torbidità dell’acqua dell’invaso infatti sono scesi permettendo all’Amap di riattivare il potabilizzatore Cicala. “I prelievi di acqua effettuati alla diga – scriveva il Comune stamattina in una nota – mostrano una consistente riduzione della torbidità, scesa sotto i 500 NTU (aveva raggiunto i 150mila nei giorni scorsi). A breve riprenderà quindi il trattamento di potabilizzazione”.
Insomma, l’intervento di ieri dei tecnici della Regione, che hanno scaricato fango e detriti dai fondali dell’invaso e il netto miglioramento delle condizioni meteo stanno facendo rientrare l’emergenza idrica che ha lasciato la città a secco, tanto da stabilire per oggi la chiusura delle scuole. Motivo dell’interruzione delle lezioni di natura prettamente pratica: “Per ridurre temporaneamente il prelievo dalla rete – aveva detto ieri il sindaco Leoluca Orlando – e per favorire una maggiore disponibilità di acqua per tutti i siti sensibili, soprattutto gli ospedali, in questo momento difficile”. Ospedali che infatti sono stati in grado di mantenere piena funzionalità grazie ai rifornimenti garantiti da Amap e Protezione civile anche grazie all’approvvigionamento tramite autobotti. Proprio per questo Orlando in una nota diffusa ha voluta porgere “un profondo ringraziamento per tutti i lavoratori e la dirigenza della nostra azienda Amap – ha scritto -. Avere la gestione pubblica dell’acqua vuol dire proprio questo: massimo impegno e dedizione per dare risposte ai cittadini nei momenti di emergenza, vuol dire dare priorità alla città e non al profitto”.
Qualche lettore ha segnalato disagi registrati nella giornata di ieri all’Ospedale dei Bambini dove il rifornimento idrico con delle autobotti è giunto solo in serata. Fino ad oggi la pressione nella rete idrica però continua ad essere molto bassa. Nonostante l’azienda che gestisce il servizio idrico in città abbia fatto ricorso anche all’acqua proveniente da pozzi e sorgenti non colpite dallo sversamento di fango e detriti, come Piana degli Albanesi, la pressione nella rete continua ad essere esigua rispetto al fabbisogno: appena 1.500 litri al secondo, meno della metà di quella abituale.
Resta ancora critica la situazione alla diga Rosamarina: una massa informe di detriti, fango e immondizia rendono al momento l’acqua completamente inutilizzabile. A causa delle forti piogge della settimana scorsa il fiume San Leonardo, che alimenta il lago Rosamarina, in poche ore ha quadruplicato la sua portata, portando all’invaso però non solo acqua, ma anche tutto ciò che ostacolava il suo cammino, conseguenza di una scarsa manutenzione di competenza regionale che a quando pare raramente veniva fatta. Ad aggravare la situazione la presenza di immondizia solida abbandonata da cittadini poco attenti lungo il fiume o nelle zone limitrofe al lago.
“A ridosso del muro della diga si è concentrata una discarica galleggiante che, verosimilmente, si riverserà in mare, alla foce del fiume, nel territorio di Termini Imerese nel versante che confina con Trabia – ha segnalato Adalgisa Sclafani sulla pagina Facebook della testata locale di Caccamo che dirige –. Fra le acque galleggiano Copertoni di auto, tubi e bidoni di plastica, fusti per carburante, bottiglie di ogni forma e misura, contenitori in plastica e perfino dissuasori in plastica usati per la viabilità”.
Sulla questione bonifica però non ci sono risposte: “Al momento gli interventi di manutenzione regionali hanno interessato i fondali degli invasi – ha detto Maria Prestigiacomo, presidentessa Amap – per la superficie non è in programma nessun intervento. Al momento il potabilizzatore non è entrato in funzione proprio perchè attendiamo un abbassamento importante dei livelli di torbidità”.
In ogni caso il ripristino dei prelievi dal Poma dovrebbero consentire di chiudere il capitolo emergenza idrica e rifornire di acqua i cittadini della zona Nord della città, maggiormente colpiti dai disagi dovuti al maltempo. Il ritorno ai prelievi dall’invaso consentiranno inoltre la riapertura delle scuole e una maggiore pressione nella rete idrica cittadina.