Sono stati ripescati, a diverse miglia dalla costa di Lampedusa, i cadaveri, in avanzato stato di decomposizione, di due uomini e due donne. Le ricerche dei quattro dispersi della notte scorsa, dopo che è affondato a 24 miglia da Lampedusa un barchino con una trentina di migranti a bordo e del cadavere della neonata finita in acqua quando sabato pomeriggio un’imbarcazione s’è ribaltata nei pressi dell’isolotto di Lampione, hanno permesso agli uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza di ritrovare i quattro corpi senza vita.
Non è chiaro, non può esserlo al momento, a quale barchino e sbarco appartengano o se siano addirittura riconducibili a qualche altro incidente avvenuto in acque internazionali o tunisine. Le salme sono state già portate a molo Favarolo prima e poi alla camera mortuaria del cimitero di Lampedusa, dove già si trovano le salme dei due bambini – di 10 mesi e un anno – morti ustionati a causa dell’incendio divampato nei giorni scorsi su un altro barchino che viaggiava verso l’Italia.
“Siamo disarmati, tutto questo non è sostenibile!”. Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, in merito al recupero dei 4 cadaveri nelle acque antistanti alla più grande delle isole Pelagie. Mannino, da venerdì, assiste, praticamente in maniera ininterrotta, al susseguirsi di tragedie, ricerche di dispersi e recupero salme. E non riesce a nascondere lo sconforto e la rabbia: “Come possiamo fare da soli a gestire tutto questo?”. Alla camera mortuaria del cimitero di Lampedusa, una stanza di 3 metri per 3, ci sono al momento le salme dei due piccini – di 10 mesi e di un anno – morti carbonizzati a seguito dell’incendio, di due tunisini recuperati morti nelle scorse settimane per i quali si attende la prova del Dna, e adesso stanno per aggiungersi anche le salme appena recuperate. Non c’è neanche una cella frigorifera nel cimitero di Cala Pisana e a Lampedusa ci sono in questi giorni temperarture comprese fra i 26 e i 28 gradi.