PALERMO – Attacca Ingroia, che “favorisce la destra”, difende Crocetta, che “sta facendo bene”, ma soprattutto si scaglia contro Silvio Berlusconi, colpevole, a suo avviso, di lanciare segnali ambigui alla mafia. Il capolista del Partito democratico al Senato in Sicilia, Corradino Mineo, assesta un affondo contro il leader del centrodestra e la sua proposta di restituire l’Imu agli italiani: “Cosa nostra? Il condono tombale e il gioco d’azzardo da cui Berlusconi e Brunetta pensano di prendere le risorse – attacca l’ex direttore di RaiNews24 – sembrano una promessa a chi di dovere”.
Innanzitutto, domanda a bruciapelo: ritiene che ottenere il premio di maggioranza in Sicilia sia possibile?
“Io penso che i siciliani ce la faranno: il compito non è affidato tanto a me quanto ai siciliani che devono capire. Davanti a promesse assolutamente menzognere come quelle di ridare anche di tasca sua l’Imu a tutti quelli che l’hanno pagata – poi magari finanziandola con che cosa? Con un altro condono tombale nei confronti dei grandi evasori che hanno portato i soldi in Svizzera – io penso che i siciliani capiranno e daranno questo premio al Senato alla coalizione di centrosinistra. Sarà un premio anche per la governabilità, che permetterà a Bersani di governare e di chiudere una pagina tutto sommato buia nella storia del nostro Paese, quella in cui ha dominato la destra”.
Sabato Antonio Ingroia ha attaccato il Partito democratico dicendo: “In cambio della desistenza Bersani mi offrì di schierare due senatori mascherati nelle sue liste”. Lei ritiene che Ingroia possa essere decisivo in questa campagna elettorale, appunto per il premio di maggioranza al Senato?
“Guardi, io non so se quello che dice Ingroia sia vero, ma se fossi stato io al posto di Ingroia avrei detto sicuramente sì. Due senatori, quindi un diritto di rappresentanza al Senato in cambio di che cosa? In cambio della non presentazione di una lista che l’unico risultato che può avere è di dare il premio di maggioranza, quindi dieci senatori in più solo in Sicilia, e ancora di più se si parla della Lombardia, alla destra di Berlusconi. Cioè era nel suo interesse non presentarsi al Senato, cercare di avere un grande gruppo parlamentare alla Camera e avere un rapporto conflittuale, ma anche di dialogo, col resto del centrosinistra. Veramente questa caduta nell’elettoralismo della lista Rivoluzione civile non la capisco”.
Lei sta girando per la Sicilia, in questi giorni. Secondo la sua percezione che ruolo può avere Cosa nostra in questa campagna elettorale.
“È difficile dare una risposta rapida. Cosa nostra ha avuto un ruolo da ‘fanno tutti schifo’ nelle elezioni regionali siciliane: avete visto che c’era una grandissima astensione. Non dico che tutti quelli che si sono astenuti siano di Cosa nostra, ma insomma Cosa nostra ha giocato sul ‘sono tutti uguali’, ‘non ce ne frega niente’, ‘è inutile investire sulla politica perché questa politica poi tradisce’. A questo punto ritorneranno all’impegno? Io pensavo di no, perché tutto sommato ora la mafia quello che vuole ottenere lo ottiene in un altro modo, per esempio vincendo le aste al ribasso e compilando le carte antimafia con avvocati e fiscalisti. Però ci sono molte cose strane in questa campagna elettorale tutta giocata in televisione che mi fanno sospettare: per esempio, questa trovata del nostro ex presidente del Consiglio Berlusconi, se la si vede dall’altro lato, significa per esempio il condono tombale per chi ha evaso in Svizzera oppure una spinta propulsiva al gioco d’azzardo. Sapete che ‘Avvenire’ e buona parte del mondo cattolico combattono contro la malattia del gioco. Bene, Berlusconi e Brunetta dicono che i soldi li trovano da là. Queste cose sembrano promesse a chi di dovere”.
Lei è l’ex direttore di RaiNews24, in queste settimane si è un po’ polemizzato sulla presenza dei giornalisti nelle liste. Che ruolo devono avere i giornalisti rispetto alla politica? Non c’è il rischio di dare l’impressione di una categoria troppo vicina ai potenti?
“Intanto diciamo subito che la ragione per cui nelle liste ci sono tanti giornalisti, ma anche magistrati e persone note, è che la legge elettorale è indecente. Nel 2008 hanno scelto solo i capi delle coalizioni: oggi hanno scelto sempre i capi delle coalizioni, ma hanno scelto anche le lise tenendo conto almeno del fatto che le persone scelte fossero note. Devo dire che Bersani ha fatto le primarie e anche questo è un elemento di innovazione importante che il centrosinistra porta in questa campagna elettorale. Quanto ai giornalisti: io ho sempre detto che il giornalista che si occupa di politica, di società, di storia deve avere le sue idee. Se non le ha non è in grado di leggere la realtà. Deve però essere molto curioso delle idee di tutti gli altri e dev’essere molto rispettoso del rapporto col suo pubblico. Un giornalista che fa questo è un giornalista politico, non è un giornalista che corteggia il potere: è un giornalista che se può e vuole può decidere di andare in politica. Questo è quello che riguarda me: io non ho mai corteggiato il potere. L’ho detto tante volte: credo di avere incontrato Bersani e Berlusconi, l’uno e l’altro, quattro o cinque volte e sempre in occasioni pubbliche e per interviste. Questa è l’unica garanzia di indipendenza che un giornalista possa dare al suo pubblico”.
In questi giorni Rosario Crocetta sta avviando delle pesanti rotazioni del personale. Ci sono state anche delle polemiche. Qual è il suo punto di vista su questa operazione?
“Ho la sensazione che il presidente Crocetta stia facendo un buon lavoro e stia dando dei segnali di rottura con il passato di cui c’era assolutamente bisogno. Anche i gesti simbolici sono molto importanti in Sicilia: bisogna far capire che non si continua come prima, cioè ad alimentare assistenzialismo e borghesia parassitaria. Lo vedo molto bene, naturalmente poi la cosa difficile, ma lo sa per primo Crocetta, è riuscire a realizzare il cambiamento, non soltanto dare questi segni di rottura. Io spero che la vittoria nazionale del centrosinistra e il governo Bersani possano essere un interlocutore e un grosso aiuto per il governo della Regione Siciliana”.