Molara, reportage di un declino | "Ma i giovani non mollano" - Live Sicilia

Molara, reportage di un declino | “Ma i giovani non mollano”

Francesco Seggio, fotografo e videomaker racconta per immagini la vita della borgata.

PALERMO – Tra Palermo e Monreale, il quartiere di Borgo Molara guarda con occhi malinconici la città lontana e in continuo movimento. Lo racconta bene il fotografo e videomaker Francesco Seggio, nato e cresciuto in quei luoghi di periferia. Ha realizzato un reportage fra i vicoli, le campagne e la piazza in cui ha le radici, volendone evidenziare i cambiamenti e il progressivo impoverimento sociale con un occhio molto attento ai giovani che oggi popolano la borgata. Seggio racconta attraverso le immagini di una piazzetta centrale una volta luogo prediletto dai bambini e dai loro giochi, oggi completamente invasa dalle macchine, di una parrocchia che negli anni è rimasta l’unico centro aggregativo del quartiere grazie allo splendido lavoro di giovani e parroci che si sono succeduti alla guida della congregazione. Riprende con con occhio lucido le scarse possibilità lavorative ed economiche che offre una borgata oggi sempre più isolata dalla città a cui appartiene, anche e soprattutto a causa degli scarsissimi mezzi di trasporto pubblico che la collegano al centro di Palermo (solo un autobus).

Ma non è tutto perduto per Borgo Molara: “Ho voluto dare un taglio sociale a questo mio racconto per immagini – spiega l’autore – ho voluto puntare un faro sui tanti giovani nati nella borgata che oggi rappresentano il vero riscatto di Borgo Molara. Ragazzi diplomati, che hanno studiato, convinti di non voler lasciare i propri luoghi. Per necessità e per orgoglio si sono messi in gioco e oggi hanno scelto di tornare ai lavori manuali, o di impegnandosi in lavori umili, rinunciando, spesso, alle loro aspettative”. Come il trentenne Luca Noto, 30 anni, che cinque anni fa ha aperto una ditta e oggi ha un’impresa di giardinaggio che conta altri tre dipendenti. O Raimondo, 20, che fa il badante per alcuni anziani del luogo, e Fabio, 21 anni, ingegnere gestionale durante la settimana, macellaio nel negozio di suo padre nei giorni liberi e nel week-end. E ancora Armando, che fa il panettiere e in più lavora il suo piccolo fazzoletto di terra per poi venderne i prodotti. Ed infine Alessandro, il più giovane, che a 16 anni ama lavorare la terra e badare agli animali. “Borgo Molara si sta spegnendo – dice Seggio – le istituzioni lasciano che le periferie muoiano lentamente, lasciate al loro destino. Ma questi giovani in qualche modo non permettono che si spenga del tutto la fiamma, è la loro energia che darà nuova vita alla borgata, anche se spesso scelgono questi mestieri e questa vita solo per necessità”.


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