Monte Po, roccaforte degli Strano |I verbali del pentito Di Mauro - Live Sicilia

Monte Po, roccaforte degli Strano |I verbali del pentito Di Mauro

È Claudio Strano (nella foto) l'indagato chiave dell'inchiesta che ha permesso di liberare un commerciante dai suoi aguzzini.

clan cappello
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CATANIA – “Claudio Strano mi ha mandato una lettera mentre era detenuto con la quale precisava che non potevo muovermi in autonomia ma solo dietro sua autorizzazione”. Un ordine preciso quello che arriva a Francesco Di Mauro. Il pentito racconta che nonostante avesse le redini del gruppo di Monte Po, uno dei fratelli Strano mette i puntini sulle i. “Io occupandomi della piazza di spaccio di Monte Po dovevo rendere conto a Claudio Strano”, spiega ai magistrati il collaboratore di giustizia. Dagli stralci dei verbali che sono stati pubblicati integralmente sul Mensile S in edicola si può ben delineare il profilo criminale dell’indagato chiave dell’inchiesta della Squadra Mobile che ha liberato dalla morsa dell’usura un commerciante catanese.  

Claudio è uno dei quattro fratelli della famiglia Strano che da decenni controlla gli affari illeciti a Monte Po. Una roccaforte criminale che dall’effige del clan Santapaola-Ercolano passa alla cosca Cappello-Bonaccorsi nel 2009. È la transumanza degli Strano che determina il cambio di “marchio mafioso” del quartiere. “Erano i fratelli Strano ad avere un ruolo di comando, nel senso che prendevano decisioni“, il pentito non ha dubbi su chi sono i “monarchi mafiosi” di Monte Po. L’ergastolano Alessandro, il sorvegliato speciale Mario, Claudio e Marco. Questi i nomi dei fratelli che a seconda dei periodi di carcerazione avrebbero diretto il traffico di droga nella zona e gestito un florido giro di estorsioni. E, visto quello che emerge dall’ultima indagine, anche di usura. A casa di Michele Rao, parente di Claudio Strano, giovedì sera gli investigatori della Squadra Mobile hanno sequestrato soldi,  assegni e alcuni manoscritti. L’indagine è solo all’inizio.

“Il gruppo di Monte Po è un tutt’uno con Picanello”. Da quello che racconta il pentito Francesco Di Mauro ci sarebbe un legame criminale tra Monte Po e Picanello, quartiere dove ha deciso di vivere Mario Strano, tornato in libertà dopo l’arresto a Ferragosto in provincia di Palermo. Picanello quartiere dove vivono anche i Piacenti, conosciuti come i Ceusi nella malavita, storicamente gli usurai della mafia catanese. Un’alleanza criminale tra quartieri su cui potrebbero annidarsi nuove strategie criminali.

Resta comunque Monte Po il regno incontrastato della famiglia Strano. Anche nelle intercettazioni captate durante i mesi di indagine che hanno portato all’arresto di sei taglieggiatori il nome del quartiere emerge in maniera inequivocabile, così come il ruolo di reggente di Claudio Strano. “Lui per farti questo favore a te… tra virgolette favore… è andato da un’altra persona… perciò, la seconda persona non è che cerca a te… cerca a lui… siccome lui non è abituato… se lui ti dice “ics”… è “ics”… lui i muri di cemento armato li butta per terra… e siccome a noialtri ci ha insegnato in questa maniera pure… quando a me mi dice… tu devi andare là e devi fare “a”… se io me ne torno che ho fatto “b”…devo essere sicuro che quella “b” che sto facendo…perché poi li devo prendere dalla mia tasca e glieli devo mettere, perché poi per davvero dalle grida se ne cala anche Monte Po”. Insomma se non si eseguono gli ordini del boss, il rischio è di far crollare un intero quartiere. Metaforicamente parlando.

 


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