Da Monterosso a Ingroia a Lumia | Crocetta, dove va il cerchio magico - Live Sicilia

Da Monterosso a Ingroia a Lumia | Crocetta, dove va il cerchio magico

Il destino dei fedelissimi del governatore dipenderà anche dalle elezioni regionali. Ma ci sono già alcune certezze.

Il tramonto del governo regionale
di
6 min di lettura

PALERMO – Il 6 novembre saluterà tutti e lascerà Palazzo d’Orleans, a cinque anni esatti dal suo ingresso. Rosario Crocetta quasi certamente pochi mesi dopo, stando alle notizie che si rincorrono dopo il suo incontro romano con Renzi, si ritroverà seduto su uno degli scranni del parlamento italiano. Ma il suo cerchio magico, i suoi fedelissimi, burocrati, politici e amici che gli sono stati accanto in questi anni, che faranno?

Monterosso, “alt” di Cancelleri e Musumeci

Molto dipenderà, ovviamente, da chi sarà il successore di Crocetta. E a ben guardare, la poltrona che oggi sembra traballare parecchio è quella di Patrizia Monterosso. Al segretario regionale che ha già subito una condanna contabile da oltre un milione di euro e che è a processo per peculato, il presidente della legalità aveva deciso di rinnovare il contratto scaduto circa un anno fa. Una legge però votata successivamente dall’Ars sul cosiddetto “spoil system” ha reso revocabili dal nuovo presidente della Regione tutte le nomine governative. E su questo punto, alcuni candidati alla presidenza si sono già espressi apertamente. “Se dovessimo vincere le elezioni – ha detto ad esempio Giancarlo Cancelleri – a ripristinare la legalità sarà il M5S. La rimozione della Monterosso sarà uno dei primissimi atti che faremo”. Molto duro nei mesi scorsi anche Nello Musumeci: “Non essendo abituato alla pratica dello sciacallaggio politico – ha detto – mi limito a ripetere con serenità, quello che sulla dottoressa Patrizia Monterosso ho già detto nel novembre del 2015, quindi in tempi non sospetti: se fossi al posto della segretaria generale della Regione avvertirei la responsabilità di lasciare quel ruolo. Non si può essere credibili agli occhi degli altri se non si è nelle condizioni oggettive di poterlo essere”. E il candidato del centrodestra, sul punto, sembra non aver cambiato idea. Che farà la burocrate? Non è esclusa una exit strategy che porti verso un nuovo incarico, magari a Roma.

Fiumefreddo: “Farò l’avvocato e l’editore”

Crocetta lo ha difeso a lungo, a volte a costo di mettere sul piatto il futuro stesso del suo governo. Ma ormai, Antonio Fiumefreddo può essere considerato un “ex fedelissimo”. Fuori da quel cerchio magico del quale l’avvocato rivendica di non aver fatto mai realmente parte. “Sono molto deluso dalle scelte del governatore – dice oggi a Livesicilia – col quale comunque mi sento quasi ogni giorno. Ma Rosario ha deciso di allearsi con chi lo ha politicamente assassinato”. Negli stessi giorni in cui Crocetta annunciava la propria voglia di candidarsi, però, Fiumefreddo faceva lo stesso, salvo poi fermare la sua corsa di fronte a una ipotesi di ineleggibilità e all’ombra della mafia: “C’è in atto – ribadisce – un patto criminale in Sicilia. E nessuno si può considerare al riparo, nemmeno i Cinquestelle, nemmeno Nello Musumeci che si limita a ‘raccomandare’ ai partiti di non inserire collusi nelle liste”, dice l’ormai ex amministratore unico di Riscossione Sicilia, dopo la norma approvata dall’Ars che ha disposto il cambio del management e la liquidazione dell’ente. “Non ho niente da spartire con questa gente – prosegue Fiumefreddo – tornerò alla mia attività di avvocato e a quella di editore: penso che sia il modo più sano, questo, ormai, di fare politica”.

Ingroia al fianco di Claudio Fava

Più incerto il destino di Antonio Ingroia, l’amministratore unico di Sicilia digitale (già Sicilia e-servizi) che nel frattempo ha deciso da quale parte stare in vista delle prossime elezioni regionali. E nemmeno lui si schiererà al fianco di Crocetta, nonostante qualche apparizione recente alle convention di “Riparte Sicilia” il movimento del governatore che ha presto riesumato il vecchio nome del “Megafono”. Ingroia, infatti, con la sua “Azione civile”, movimento col quale cinque anni fa aveva provato a diventare premier salvo poi “riparare” nel sottogoverno di Crocetta, al momento fa parte di un blocco “di sinistra” che sosterrà il candidato Claudio Fava. Anche in questo caso, la norma sullo spoil system metterà nelle mani del prossimo governatore il destino da amministratore pubblico di Ingroia.

Se pare scontato un avvicendamento in caso di vittoria di Nello Musumeci che si è più volte scagliato contro il “cerchio magico” di Crocetta e che oggi è a capo di una coalizione di centrodestra rappresentata anche da partiti come Forza Italia più volte oggetto di critiche da parte del pm, diverso potrebbe essere il futuro nel caso di una vittoria Cinquestelle. Ingroia, infatti, è assai vicino ad alcuni movimenti per nulla sgraditi a Grillo e ai militanti pentastellati. L’ex pm, tra l’altro, è spesso in sintonia con l’ex collega Nino Di Matteo in compagnia del quale più volte è intervenuto in occasioni pubbliche. Proprio Di Matteo potrebbe essere un ministro designato dai grillini. In realtà, però, le uniche parole ufficiali di Cancelleri nei confronti di Ingroia non sono state affatto tenere, sebbene ormai siano un po’ datate: “Ci dispiace – aveva detto di Ingroia nel 2013 – faccia da foglia di fico su partiti navigati come Italia dei Valori e Rifondazione Comunista, che stanno sulla scena da parecchio. Anche se non ho nulla da dire sulla sua figura morale ed etica. Il suo ingresso in politica – ribadì – pone il fianco alle critiche di Berlusconi alla magistratura, quando dice che è parziale e di sinistra. Questo ne è la prova provata. La sua decisione regalerà voti proprio a Berlusconi”. Difficile pensare che Ingroia possa essere confermato anche da un governo di centrosinistra, dopo la scelta, appunto, di appoggiare Claudio Fava che si è posto a capo di un progetto “alternativo” al Pd e alla coalizione. E così, al netto delle ambizioni politiche, Ingroia potrà contare sull’attività di avvocato che non ha smesso di svolgere in questi anni.

Nelli Scilabra: “Non mi candiderò”

Si tira fuori dalla politica, invece, Nelli Scilabra: “Di sicuro non mi candiderò” dice a Livesicilia. Fedelissima del presidente, al punto a suscitare qualche rimorso, pochi giorni fa: “Se ho sbagliato una cosa? Cambiare i miei primi assessori” ha detto Crocetta, rivendicando la portata rivoluzionaria della scelta di “mettere una ragazza di 28 anni a capo dell’assessorato alla Formazione”. Al momento, e fino al 5 novembre, Nelli resta un consulente del governatore, dopo aver abbandonato il gabinetto e aver rinunciato all’incarico a capo del Fondo pensioni: “Mi dedicherò alla pratica in uno studio legale, che ho già iniziato”.

Chi invece quasi certamente non lascerà la politica è uno dei massimi “sponsor” della stessa Scilabra. Voci assai insistenti infatti assicurano che nel “patto” che ha convinto Crocetta al “passo indietro” rispetto alla candidatura, ci sia anche un seggio “blindato” non solo per il governatore, ma anche per il senatore Beppe Lumia, che punterebbe alla settima legislatura di fila al parlamento nazionale. Magari sotto le insegne del “Megafono” che prepara le liste anche per le Regionali. Insegne sotto le quali potrebbe finire a Montecitorio il presidente del parco dei Nebrodi anche Giuseppe Antoci, mentre a Sala d’Ercole punta Francesco Calanna ex commissario pluriprorogato dell’Esa. Con lui, nelle liste del movimento in vista delle Regionali, ha già annunciato Crocetta, ci sarà certamente Mariella Lo Bello, vicepresidente della Regione e ormai vera e propria ombra del governatore. Presenza fissa di quel cerchio che si sta per chiudere.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI