ROMA – La Procura di Siracusa sembra stia acquisendo nuovi elementi nell’inchiesta aperta dopo la morte di Stefano Paternó, il militare di 43 anni deceduto il 9 marzo scorso, poche ore dopo avere avuto somministrata la prima dose del vaccino Astrazeneca. Unico indagato resta Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia, accusato di omicidio colposo attraverso la somministrazione del vaccino.
Paternò prestava servizio alla base della Marina militare di Augusta, e nella struttura sanitaria militare gli era stata somministrata la dose. Nel maggio scorso i consulenti della Procura hanno depositato la loro relazione evidenziando che “la causa ed i mezzi del decesso di Stefano Paternò devono essere ricondotti all’arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo ad Ards (sindrome da di stress respiratorio acuto), e sussiste correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino anticovid19 AstraZeneca”. Non sarebbero state invece ravvisate condotte colpevoli del personale sanitario o parasanitario. E la Procura a maggio ha subito chiesto al gip del Tribunale di Siracusa l’archiviazione per il medico ed un infermiere della struttura militare e per il medico del 118 intervenuto nell’abitazione di Paternò. Anche i tre inizialmente erano stati iscritti nel registro degli indagati.