ROMA – Dalle acque di Lampedusa la Gregoretti – motovedetta della Guardia Costiera con a bordo 135 migranti recuperati in due distinte operazioni nella serata del 25 luglio – si è spostata oggi davanti a Catania. Ferma a qualche miglio di distanza dal porto. In attesa che il Viminale indichi il luogo di sbarco. Cosa che il ministro dell’Interno Matteo Salvini si guarda bene dal fare, prima che dalla Commissione europea arrivino garanzie certe sulla presa in carico di tutti i 135. Graziano Delrio (Pd) lo accusa di fare “propaganda come sempre sulla pelle delle persone”. E’, sottolinea, “intollerabile che non sia concesso l’ingresso in porto a una nave della guardia costiera italiana ‘colpevole’ per il nostro governo di avere a bordo 135 naufraghi soccorsi da un peschereccio al largo della Libia”.
Un nuovo caso Diciotti, insomma. Con una nave militare italiana trattata al pari di una nave umanitaria battente bandiera olandese, tedesca o francese. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, da cui dipende la Guardia costiera, finora si è adeguato al diktat del collega leghista di Governo: la Gregoretti è così ferma aspettando l’indicazione del porto sicuro da parte di Salvini. Nell’agosto scorso, per lo stop della Diciotti, il ministro dell’Interno finì indagato con l’accusa di sequestro di persona aggravato da parte della procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio. Ma la Giunta per le immunità del Senato non concesse poi il via libera a procedere nei confronti del ministro chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania. La Gregoretti ora da Lampedusa (che ricade sotto la competenza della procura agrigentina) si è diretta a Catania, dove sarà un altro procuratore – Carmelo Zuccaro – a decidere come muoversi, nel caso avvenga lì lo sbarco. Difficile ipotizzare che il braccio di ferro possa durare diversi giorni con la conseguenza di tenere “in ostaggio” non solo i 135 migranti soccorsi, ma anche l’equipaggio della Guardia costiera.
A bordo ci sono anche i 50 che erano stati soccorsi in acque maltesi dal peschereccio ‘Accursio Giarratano’. Sei dei naufraghi bisognosi di cure sono stati fatti sbarcare ieri a Lampedusa. Il Governo italiano ha inviato una lettera a Bruxelles chiedendo alla Commissione di coordinare le operazioni di ricollocazione dei migranti. Come accade in questi casi, da Bruxelles sono partiti i contatti con i Paesi membri per raccogliere la disponibilità ad accogliere le persone soccorse. Siamo tuttavia in una fase di ‘vacanza istituzionale’ visto che la nuova Commissione, dopo le elezioni di maggio, non si è ancora insediata e sono ancora attivi quindi i commissari uscenti.