Musumeci attacca il Governo e il Tar| "Sentenza sui migranti già scritta"

Musumeci attacca governo e Tar| “Migranti, sentenza già scritta”

Toni durissimi da parte del governatore siciliano. Che sul referendum si schiera per il No.
AGRIGENTO
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Sui migranti Nello Musumeci torna a usare toni durissimi: “Non ci facciamo illusioni sul provvedimento del Tar del 17 settembre. È tutto già scritto, il governo centrale ha organizzato le proprie armate, ma noi siciliani siamo abituati a guardare oltre”.

Il governatore, a margine dell’assemblea del suo movimento “Diventerà bellissima” ad Agrigento, lancia una nuova stilettata ai giudici amministrativi. Già a fine agosto aveva accusato la giudice Maria Cristina Quiligotti, presidente del Tar siciliano che ha sospeso in via cautelare la sua ordinanza sui migranti, di essere stata consulente del segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Abbiamo posto il tema della migrazione al governo nazionale, lo abbiamo messo con le spalle al muro, dopo dieci di silenzio e dopo avere subito scelte irragionevoli e l’assenza di una seria strategia – aggiunge oggi Musumeci – . Abbiamo chiesto alcune cose, ci hanno risposto con alcuni impegni che spettiamo vengano mantenuti”.

Quindi il governatore elenca le rassicurazioni ricevute dal premier Giuseppe Conte nel corso di un incontro a Roma: “Più navi per la quarantena e le abbiamo ottenute; maggiori misure e provvedimenti per le imprese di Lampedusa e non soltanto, e abbiamo ricevuto rassicurazioni insoddisfacenti. Dobbiamo chiudere gli hotspot, sono fuorilegge perché non si possono tenere i migranti in situazioni squallide e non è stato ancora fatto”.

Sul punto il governatore non fa alcun passo indietro: “Pretendiamo che il fenomeno sia affrontato da tutti gli stati europei e non pesare sulla Sicilia e l’Italia. Soprattutto sulla Sicilia visto che le alte regioni vivono il fenomeno delle migrazioni attraverso i filmati. Non indietreggiamo, abbiamo il diritto di farlo”.

Spazio anche ad una riflessione sul prossimo referendum che può essere così sintetizzata: non bisogna tagliare i parlamentari, ma i privilegi. (“Leggi: “Diventerà Bellisima a un bivio”)


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