Pochi giorni prima di spiazzare tutti, Pd in testa, col suo endorsement per Rosario Crocetta, Gianpiero D’Alia, leader della nuova Udc per giorni s’era scambiato cortesie a mezzo stampa col sindaco di Gela. “Uomo di Cuffaro”, gli aveva detto Crocetta; “candidato di Lombardo”, gli rispondeva D’Alia. Che si prendeva dall’eurodeputato del “figlio di papà” e che si diceva pronto a votare Fava piuttosto che il politico gelese. Poche oro dopo, l’alleanza.
Senatore D’Alia, Cos’è successo in quei primi giorni di agosto che le ha fatto cambiare idea così repentinamente su Crocetta?
“È la prova provata di come in politica sia necessario, se si ha a cuore il bene comune, anteporre ai motivi di scontro i motivi di incontro. Con Crocetta abbiamo sottoscritto un patto sulle questioni che da sempre l’Udc ha posto: lotta all’illegalità diffusa e rigore economico e e finanziario. In questi igorni si parla solo di alleanze e di alchimie politiche, ma è qui il nodo reale: la crisi finanziaria della Regione, che l’Udc da sola ha denunciato nei mesi scorsi. A fronte di questa drammaticità è ridicolo impuntarsi sulle persone. Noi abbiamo candidato un programma, l’ho detto tante volte. Crocetta lo ha sposato e ora vogliamo offrire ai siciliani un progetto politico coerente”.
Risolte le divergenze politiche, avete messo da parte anche le tensioni personali?
“Avendo chiarito quelle politiche, non ci sono questioni personali. Noi non apparteniamo a quella politica settaria che ragiona in termini di amico-nemico: non è la nostra cultura politica”.
La base dell’Udc come vede Crocetta?
“Abbiamo fatto una riunione del coordinamento regionale del partito lunedì scorso e non ho trovato particolari dissensi rispetto a questa candidatura e a questo proegetto. Al di là di alcune strumentalizzazioni di sue frasi, estrapolate dal contesto, Crocetta è coerente coi nostri valori. Anzi, mi permetta di dire una cosa: ho visto attacchi a Crocetta dal Pdl e da altri, basati sulle preferenze sessuali delle persone, e questo è un modo nazista di affrontare le cose, che fa schifo. Guardi, da Germanà a Gasparri e Storace, il peggio della destra italiana, in molti stanno offrendo un pessimo ospettacolo. È un modo fascitsa di fare politica. O staliniano, faccia lei. Certo non cattolico. E poi quei signori che parlano così hanno votato in Parlamento dicendo di credere che ruby era la nipote di Mubarak. Chiedano scusa agli italiani”.
Pare che qualcuno nel Pd pensi che sarebbe meglio trovare un altro candidato per allargare la coalizione.
“Io parto dal presupposto che noi abbiamo un accordo politico col Partito democratico, fatto con il consenso di tutti, a Roma e in Sicilia. Non ho queste notizie e non vedo motivo di mettere in discussione quell’accordo”.
L’alleanza però non ha trovato sponda a sinistra, proprio per la vostra presenza…
“Noi non abbiamo mai posto pregiudiziali con Idv e Sel sul programma, cioè sul risanamento economico e finanziario della Regione. Questa per noi è la condizione irrinunciabile. Noi non abbiamo fatto preclusioni, gli altri sì. E sono pregiudiziali frutto di tatticismi interni a partiti che hanno un problema di identità che non ha nulla a che vedere col buon governo della Sicilia”.
Con Fli e Api come va il dialogo? Troverete un’intesa su Crocetta?
“Noi abbiamo un buon rapporto con Fli. I rapporti tra Fini e Casini sono splendidi. Api è un movimento politico che partecipa alle primarie del Pd, e quindi è diventata in qualche modo una costola del Partito democratico. Una costoletta, più che una costola”.
Ma Api e Fli stanno al governo con Lombardo e non ne hanno preso le distanze. Non è un problema?
“Il governo è finito. Noi condividiamo un progetto politico. Se altri sottoscrivono il patto di programma, possono starci”.
E perché loro sì e l’Mpa no?
“Ma a quello che leggo sui giornali l’Mpa è alleato di Musumeci. La faccia a lui questa domanda”.
E se invece questo patto con Musumeci non reggesse, lei porrebbe un veto ai lombardiani?
“Di dietrologia e restoscena ne possiamo costruire tanti. Ma restiamo ai fatti. Crocetta è sostenuto da Pd, Udc, Psi. Il nostro è un progetto aperto fondato sulla discontinuità dei contenuti rispetto agli ultimi dieci anni. Ci sono i movimenti territoriali di Nello Di Pasquale e un dialogo aperto con Fli e Api. Miccichè e Lombardo da quello che leggo sui giornali hanno un’intesa con Castiglione, Alfano, Firrarello e Storace, con i loro migliori amici”.
Ha detto Di Pasquale. Ma allora sta con Crocetta o no?
“C’è una discussione in corso. Ci siamo già incotrati, abbiamo pensato che si può condividere un percorso comune”.
Che ne pensa di Nello Musumeci?
“È una persona perbene che credo si sia imbarcato da primo comandante di un’arca di Noè. Speriamo che non lo declassino a nocchiero”.
Quali sono le prime cose da fare al governo?
“Rimettere subito in sintonia il governo regionale con l’agenda Monti, partendo dalla così detta spending review e da una manovra di bilancio che nei cinque anni porti a un complessivo risanamento dei conti della Regione. Tutto questo va fatto, correttamente ha detto Crocetta, senza macelleria sociale. Il personale non può essere licenziato ma utilizzato al meglio, rendendo efficienti i sevizi della Regione. Penso per esempio allo straordinario patrimonio dei parchi che richiede un processo di riqualificazione”.
In questi tempi di vacche magre non ha l’impressione che l’elettorato non creda più a facili promesse?
“Io credo che l’elettorato siciliano abbia compreso e stia progressivamente comprendendo che bisogna sempre più controllare i propri amministratori nell’uso delle risorse pubbliche”.
Che risultato si aspetta?
“Che venga premiato un progetto di governo e non un progetto di potere. E che coloro che usano queste elezioni solo per giochi politici slegati dall’interesse della Sicilia vengano puniti”.