ROMA – Basta con le “polemiche sulle responsabilità”, il problema dell’immigrazione ha dimensioni “epocali” e va affrontato insieme: “dobbiamo metterci sulla stessa parte del tavolo” per risolverlo. E’ questo l’invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla commissione europea, ricevuta al Quirinale per l’avvio del semestre italiano. Parole arrivate dopo che Cecilia Malmstroem, commissario europeo competente sulla materia, aveva riconosciuto che “l’Italia con Mare Nostrum ha salvato migliaia di persone. L’Italia – ha aggiunto – non è sola”.
Le parole di Napolitano e della Malmstroem si incrociano sotto la pressione di un’emergenza sempre più evidente, e mentre la magistratura è al lavoro per chiarire gli ultimi tragici fatti. Secondo una ricostruzione, un peschereccio tunisino si sarebbe avvicinato a quello partito dalla Libia con oltre 600 migranti, 45 dei quali perderanno la vita, per soccorrerlo, visto che erano troppi, ma “il comandante ha detto di no, avrebbero perso i soldi, così ha cambiato rotta ed è andato via”. Un migrante tunisino, temendo il naufragio, si è tuffato in mare e ha raggiunto il peschereccio dei connazionali, che lo ha preso a bordo. E’ quanto emerge dalle testimonianze raccolte dalla Procura di Ragusa nell’ambito dell’inchiesta sui migranti morti, le cui salme sono giunte due giorni fa a Pozzallo. Un fascicolo che si arricchisce di particolari e nomi. Quelli di almeno un paio di vittime, in possesso di documenti, e di altri due presunti scafisti, senegalesi, che sono stati fermati. Sono così quattro i componenti dell’equipaggio indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di morte come causa di un altro delitto. Ieri erano stati già fermati altri due scafisti: uno proveniente dal Ghana e l’altro dal Gambia.
L’udienza di convalida si terrà domani davanti al Gip di Ragusa. Alla loro identificazione la polizia è giunta visionando diversi filmati dei sopravvissuti arrivati nei giorni scorsi sulle navi Chimera e Grecale che ha permesso alla squadra mobile di trovare alcuni dei passeggeri che hanno viaggiato accanto alla cabina di pilotaggio: interrogati non hanno potuto negare di conoscere l’equipaggio e hanno collaborato. “Gli dicevamo che serviva acqua e cibo per i nostri compagni di viaggio che erano nella stiva – racconta un sopravvissuto dopo avere identificato uno di loro – ma l’equipaggio si è chiuso nella cabina mangiando e bevendo; noi non avevamo nulla da dare agli altri”. “Mi sono accorto che c’era un compagno di viaggio morto la mattina dopo la partenza – sostiene un migrante – lo hanno tirato su dalla stiva; una volta sopra hanno provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare quindi lo hanno messo giù; non sapevo ci fossero tutti questi morti”. Prosegue intanto l’attività della Procura di Catania sul naufragio che il 28 giugno scorso in cui risultano dispersi 74 migranti.
Gli investigatori stanno sentendo i 27 profughi, soccorsi da un mercantile e condotti a Catania da nave Orione, per ricostruire dinamiche e eventuali responsabilità. E gli sbarchi continuano, oggi un gommone con 40 persone è arrivato in Calabria. E i numeri che giugnono dall’altra parte del Mediterraneo sono impressionanti. Secondo il ministero del Lavoro libico, citato dal ‘L’Espresso’, ci sarebbero “tre milioni di persone pronte a partire per l’Italia” dal Paese nordafricano, rilevando, che “il limite alle partenze è dato in questo momento soltanto dalla mancanza di imbarcazioni o di soldi per pagare la traversata”. “Il cuore dei problemi è il Mediterraneo”, sottolinea il senatore del Pd Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa del Senato, spiegando a Panorama che “non possiamo permettere che la Libia diventi zona franca: la comunità internazionale, quindi l’Onu, deve farsene carico, e gli Stati Uniti sono d’accordo”. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa sloveno, Dobran Bozic, all’Ansa osserva che “l’immigrazione dal Nord Africa è un problema europeo, non italiano” e quindi Mare nostrum “non è un’operazione militare, ma anche un importante snodo politico e diplomatico per l’Ue”. Il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, intanto avverte il governo “se inserirà il finanziamento di Mare nostrum nel decreto di proroga delle missioni militari all’estero saremmo intransigenti, arrivando al blocco dei lavori parlamentari”.
(Fonte ANSA)