Duecento migranti sono caduti in mare, stanotte, mentre venivano soccorsi da alcune unità della Guardia costiera a circa 39 miglia da Lampedusa. Quarantasette le persone finora recuperate, mentre continuano le ricerche degli altri naufraghi.
Secondo quanto riferito dal Comando generale delle Capitanerie di porto, i duecento migranti, di probabile provenienza tunisina, si trovavano su un barcone che aveva chiesto soccorso tramite telefono satellitare durante la notte alle autorità maltesi e, su richiesta di queste ultime, erano partite da Lampedusa due motovedette della Guardia Costiera e un elicottero della Guardia di finanza.
Giunta sul posto alle quattro circa di questa mattina, la prima delle motovedette ha intercettato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. ”Il mare molto agitato (stato quattro) e la concitazione a bordo del barcone hanno reso vano ogni tentativo di trarre in salvo gli immigrati, finiti in acqua nel corso delle operazioni di soccorso”, spiegano alle Capitanerie di porto. Inoltre, il buio e le avverse condizioni meteo rendono difficili le operazioni di ricerca dei naufraghi, attualmente in corso da parte delle stesse motovedette e di un peschereccio dirottato sul posto dalla Guardia costiera. Solo 47, viene confermato,le persone finora recuperate.
Nelle ricerche dei circa 150 dispersi finiti in mare in nottata, durante le operazioni di soccorso di un barcone carico di migranti, sono impegnate due motovedette della Guardia Costiera e un motopesca che è stato dirottato nella zona, a circa 39 miglia da Lampedusa. Anche mezzi aerei ed altre unità navali si stanno per dirigere nel Canale di Sicilia per partecipare alle operazioni.
”Temiamo che molte persone possano essere morte”: così ha risposto all’ANSA una fonte contattata a Lampedusa, che sta seguendo le operazioni di soccorso ai circa 200 migranti caduti in mare la scorsa notte da un barcone diretto verso l’Italia.
9.25. Con il passare delle ore si affievoliscono le speranze di trovare ancora in vita i circa 150 dispersi del naufragio avvenuto la notte scorsa, intorno alle 4, nel Canale di Sicilia. Le ricerche, coordinate dalla Centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo, sono ostacolate dalle condizioni proibitive del mare, Forza 6, con raffiche di vento da Nord Oves fino a 29 nodi. Fino ad ora le motovedette, gli elicotteri e gli aerei della Guardia Costiera e della Gaurdia di Finanza impegnati nelle operazioni non sono riusciti ad avvistare nemmeno un disperso. Le forze impegnate nei soccorsi fanno osservare che è difficile sopravvivere ad una prolungata permanenza in mare in queste condizioni senza l’ausilio di un salvagente o di qualcosa che galleggi.
9.54. L’elicottero della Capitaneria di porto ha avvistato nell’area del naufragio, a largo di Lampedusa, 15 cadaveri che non sono ancora stati recuperati. Le operazioni di soccorso sono coordinate dalle autorità maltesi: l’area Sar in cui è avvenuto il naufragio è di competenza de La Valletta.
10.05. I mezzi della capitaneria di porto hanno avvistato altri 5 cadaveri oltre ai 15 di poco fa. Sale così a 20 il numero dei corpi nell’area del naufragio, dove il mare forza sei e il vento di nordovest che supera i 30 nodi rende particolarmente difficili le operazioni di recupero.
10.07. I dispersi del naufragio della scorsa notte nel Canale di Sicilia sono calcolati dalla Guardia Costiera intorno a 130-150 persone. Finora sono stati avvistati una ventina di cadaveri e sono state tratte in salve 48 persone. Nella zona del naufragio stanno operando mezzi aerei e navali della Capitaneria di Porto, che hanno lanciato in mare zattere e salvagente. “Sono passate ancora poche ore dal naufragio – ha spiegato un operatore della Guardia costiera – per considerare perse tutte le speranze”.
10.58. Il barcone che ha fatto naufragio la scorsa notte nel Canale di Sicilia, sul quale vi erano più di 200 persone di nazionalità eritrea e somala (subsahriana), era lungo 13 metri circa ed era partito due giorni fa da Zuwarah (Libia). Lo ha reso noto la Guardia Costiera italiana, aggiungendo che proseguono le operazioni di ricerca in mare, dopo il salvataggio di 48 persone operato da due motovedette della stessa Guardia Costiera la scorsa notte a circa 40 miglia a sud di lampedusa, in acque di giurisdizione SAR di Malta (competente per la ricerca e soccorso in quell’area). In zona stanno operando un elicottero e una motovedetta della Guardia Costiera italiana, specializzate nelle operazioni di ricerca, oltre ad un aereo maltese. Coinvolto nelle ricerche anche il peschereccio che la scorsa notte era stato inviato in zona per partecipare alle operazioni di soccorso. In mattinata le Autorità maltesi hanno formalmente assunto il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso. La Guardia Costiera italiana ha disposto l’invio in zona della Motonave Flaminia presente a Lampedusa, da utilizzare come ulteriore supporto per le ricerche. A bordo imbarcherà un ufficiale della Guardia Costiera.
11.14. “Oggi torniamo ad assistere all’arrivo a Lampedusa di migranti sopravvissuti mentre un centinaio di loro compagni risultano dispersi. Il governo della Regione, che su Lampedusa mantiene alta e costante la propria attenzione, esprime cordoglio e solidarietà per questa tragedia e invita tutte le autorità nazionali ed europee a un ulteriore forte impegno affinché si impedisca le partenze di queste carrette del mare sovraccariche di migranti”. Lo dicono gli assessori regionali Gianmaria Sparma, Sebastiano Missineo e Marco Venturi, oggi a Lampedusa. “Auspichiamo che l’accordo tra Italia e Tunisia, firmato e ratificato proprio ieri, diventi immediatamente e realmente operativo – aggiungono – Il popolo siciliano, e quello lampedusano in particolare ha sempre concretamente dimostrato la propria solidarietà nei confronti di questi questi fratelli provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo, anche nei difficilissimi giorni della crisi lampedusana”.
11.23. A Lampedusa sono appena scesi dalle motovedette della Guardia costiera i primi naufraghi salvati in mare dagli uomini dei soccorsi. Finora tre extracomunitari sono stati trasferiti in barella sulle ambulanze. Gli altri sono già sul bus che li porterà nel centro di accoglienza. Tutte le persone scese finora sono di colore e questo sarebbe una ulteriore conferma che il barcone naufragato è partito dalle coste libiche. Una seconda motovedetta sta entrando in questo momento nel porto di Lampedusa, dove è appena attraccato il primo mezzo della guardia costiera. Sul molo ‘Favaloro’ ci sono due ambulanze e un pullman che condurrà i migranti nel centro di accoglienza. Arrivato anche un furgone con a bordo the e bevande calde per ristorare i naufraghi.
11.52. Tra i naufraghi sbarcati nel porto di Lampedusa c’é anche una donna incinta, “in avanzato stato di gravidanza”, dice Michele Prosperi di Save the Children che l’ha potuta vedere. La donna è stata accompagnata in ambulanza al poliambulatorio dell’isola. Secondo Prosperi, “erano tutti stremati e senza un filo di voce”, mentre il comandante della Capitaneria di porto, Pietro Carosia, spiega che i 48 extracomunitari arrivati erano in stato di ipotermia. A tutti sono stati forniti delle coperte termiche nelle quali si sono avvolti prima di salire sul pullman.
11.59. Ci sarebbero molte donne e bambini tra le vittime del naufragio che si è verificato all’alba nel canale di Sicilia a 39 miglia da Lampedusa. E’ quanto si apprende dalle prime testimonianze riferite agli operatori umanitari dai sopravvissuti giunti in porto a Lampedusa. Ma dalla Capitaneria di porto spiegano che le notizie sono ancora molto frammentarie ed è ancora presto per confermare questo dato.
12.21. Sarebbero state circa 300 le persone sulla barca che è affondata questa notte nel canale di Sicilia. Lo riferisce l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), che ha un team presente a Lampedusa, sulla base delle testimonianze raccolte dai sopravvissuti giunti nell’isola.
14.29. Sono decine i cadaveri che l’equipaggio dell’elicottero della Guardia di finanza ha visto in mare, nell’area dove il barcone dei migranti é naufragato. Lo riferiscono al loro rientro i piloti che hanno volato dalle 10.30 alle 12.30 per fornire assistenza agli uomini della Capitaneria di porto che coordina i soccorsi. “Abbiamo sperato di vedere qualcuno che alzasse il braccio – dicono – ma non è accaduto. Tra i cadaveri, difficili da quantificare, anche corpicini di bambini”.
14.31. Tre naufraghi sono stati salvati da un peschereccio di Mazara del Vallo (Tp) impegnato in operazioni di pesca nel Canale di Sicilia. L’imbarcazione sta giungendo nel porto di Lampedusa. “Era buio pesto, non si vedeva nulla neanche con le foto elettriche, ma ho sentito le grida di queste persone e così le ho salvate”. E’ il racconto del comandante Francesco Rifiorito, che navigava nel canale di Sicilia sul moto peschereccio ‘Cartagine’ della flotta di Mazara del Vallo. L’imbarcazione si trovava a dieci miglia dall’area in cui è avvenuta la sciagura. “Alle due di stanotte abbiamo ricevuto via radio l’allarme della Capitaneria di Porto e ci siamo subito diretti sul luogo. Quello che abbiamo visto è incredibile: c’erano teste che comparivano e scomparivano e gente che urlava. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”.
15.33. “Eravamo 370, siamo stati due notti e tre giorni in mare, poi abbiamo visto la nave italiana che si avvicinava”. Sono drammatici i racconti di alcuni dei 51 superstiti della tragedia del canale di Sicilia dove un barcone carico di migranti si sarebbe rovesciato durante le operazioni di soccorso provocando la morte di almeno 150 persone. Un uomo, che avrebbe perso moglie e figlio di tre anni, racconta: “La nave italiana è arrivata molto lentamente a motori spenti, molto lentamente, fino a un metro da noi. Ci siamo spostati e la nostra barca si è rotta e siamo caduti in mare”. Il numero dei migranti, partiti dalla Libia e di varie nazionalità africane, non è certo. Secondo il racconto di alcuni sopravvissuti sarebbero stati oltre 350 sul barcone. Un giovane del Camerun dice di essere rimasto in Libia almeno due anni a fare l’imbianchino e quando è divampata la guerra gli avrebbero proposto di combattere contro i ribelli. Ma lui – racconta – è riuscito a trovare un barcone per partire pagando 1200 dollari sia per lui, che per la sua fidanzata, 24 anni, e un suo amico: gli altri due sono morti. “Siamo partiti dalla Libia su un barcone e ieri verso le sei di sera è cominciato il cattivo tempo. Siamo caduti in acqua – dice – era un inferno. Mi entrava acqua in bocca ma sono riuscito a rimanere a galla. C’erano almeno tre bambini e molte donne. Io mi chiamo Peter Ugo, ho 29 anni”.
16.54. “Mostra un ematoma al sopracciglio sinistro e fa il gesto del pugile. Karim, somalo, é uno dei 51 sopravvissuti del naufragio di stanotte nel Canale di Sicilia. In acqua si è dovuto difendere da due compagni di viaggio che non sapevano nuotare e che si sono aggrappati a lui. Non sa se loro ce l’hanno fatta, era buio, non li ha neanche visti in faccia. Lui l’ha scampata. Karim dice di avere 17 anni perché questo gli procurerebbe qualche vantaggio, ma prima di dire che è nato nel ’94 ci pensa un po’. In verità, di anni ne dimostra cinque o sei di più. Parla un po’ inglese e un po’ italiano, le poche parole della nostra lingua le ha apprese dal padre. “Buio” e “acqua” ricorrono continuamente nel suo discorso. Alla Base Loran dove adesso è ospitato, stanno portando via i profughi arrivati ieri per far posto ai naufraghi di oggi, nel tentativo di dare migliore accoglienza alle persone che hanno vissuto questa esperienza tremenda, che Karim somma alle vicissitudini precedenti: la fuga dalla Somalia, la tappa in Sudan e poi in Libia, dove viveva da un anno e mezzo e faceva occasionalmente il muratore a Tripoli.
17.54. Peter, camerunense di 29 anni, uno dei sopravvissuti nel naufragio, ha pensato per ore che la fidanzata, sulla barca con lui, fosse morta. Ma mentre era al poliambulatorio di Lampedusa è arrivata una telefonata della donna che si era salvata e che si trova nella base Loran di Lampedusa. Lo ha detto lui stesso parlando con i giornalisti.
19.03. “Sabato torno a Lampedusa per verificare lo stato della situazione”. Lo ha annunciato il premier Silvio Berlusconi, a quanto raccontano alcuni presenti, nel corso della cabina di regia con la Regioni in corso a palazzo Chigi.
19.19. “Ho scoperto dopo verifiche che la villa che volevo acquistare a Lampedusa è su terreno demaniale quindi appartiene a tutti noi, ne cercherò un’altra . Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto raccontano alcuni presenti, nel corso del suo intervento alla riunione della cabina di regia con le Regioni sull’emergenza immigrazione in corso a palazzo Chigi.