PALERMO – Nella sera del reparto di Ostetricia e Ginecologia, la luce è fioca. Luce al neon, da ospedale, e una porta chiusa. Separa, quella porta, i curiosi dall’oggetto loro della curiosità: P. V., 33 anni, sarebbe la donna che stamattina ha abbandonato una neonata in un cassonetto di via Di Giorgi, a Palermo, perché – avrebbe detto ai sanitari – credeva fosse morta. L’avrebbe raccontato proprio così, ai medici: “Non sentivo più il battito della bambina, l’ho lasciata nel cassonetto”, sono le parole della donna riferite dai sanitari.
P. V., nel pomeriggio, è arrivata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia spontaneamente. Accompagnata dalla sorella, aveva un sanguinamento che la porterà, in serata, ad essere operata. Al momento, però, è piantonata dai carabinieri, che l’hanno posta in stato di fermo per omicidio e attendono l’arrivo del pubblico ministero incaricato del fascicolo, il sostituto procuratore Nino Di Matteo, per completare le formalità di rito e la convalida del fermo. “La donna non è in pericolo di vita”, spiegano i medici del reparto diretto da Vincenzo Lo Bue.
Nel reparto la tensione si taglia con il coltello. Dietro quella porta chiusa, sotto quella luce al neon che rende algida l’anticamera, ci sono solo musi lunghi, silenzio, l’ombra dell’orrore che si è consumato questa mattina. E poi, naturalmente, un non detto che sa di tensione, proprio quello che medici e paramedici non vogliono che filtri attraverso quella porta. Qualche sussurro delle poche persone presenti nel reparto racconta i dettagli: la donna è originaria di Palermo e sarebbe residente a Gemona del Friuli, un paesino della provincia di Udine, dove vive con il marito. In città sarebbe arrivata da pochi giorni. Pochi giorni, gli ultimi di una gravidanza finita nel peggiore dei modi. Con la morte della bambina e un’accusa di omicidio.