PALERMO – Un esercito di netturbini sotto accusa per interruzione di pubblico servizio. In centodiciannove hanno appena ricevuto l’avviso di proroga delle indagini sull’emergenza rifiuti che l’anno scorso mise in ginocchio la città.
L’inchiesta partì da una relazione della Digos che nel marzo scorso identificò anche gli autori dei picchettaggi che, secondo l’ipotesi della Procura, bloccarono la raccolta della spazzatura. Saltarono i turni degli autocompattatori e le strade furono invase dai rifiuti.
Oltre all’interruzione di pubblico servizio al vaglio dei pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, c’è la possibile violazione del contratto di servizio tra l’Amia e il Comune. E c’è un separato capitolo delle indagini che punta a smascherare eventuali reati di violenza privata che qualcuno potrebbe avere commesso impedendo ai netturbini di svolgere il turno di lavoro.
Al centro della vertenza di quei giorni il mancato pagamento dello stipendio dei lavoratori. L’allora commissario del Comune Maria Latella accollò le responsabilità all’ex municipalizzata che, pur avendo incassato una dozzina di milioni dall’amministrazione comunale, si era ritrovata senza liquidità. Le tonnellate di rifiuti rimaste per strade scatenarono la reazione dei cittadini. Si contavano a decine gli interventi dei vigili del fuoco per spegnere gli incendi dei cumuli di spazzatura. Ci vollero giorni di lavoro e l’intervento dei mezzi dell’esercito per ripulire la città.