PALERMO – Che il Giro d’Italia 2016 sia uno dei più belli e ricchi di imprevisti della storia, ne eravamo già a conoscenza dopo le tappe fin qui vissute. Ma che la corsa rosa potesse regalare ulteriori colpi di scena e momenti ad alta tensione già oggi, non era esattamente facile da prevedere. Succede, dunque, che Stefan Kruijswijk cada nella discesa del Colle dell’Agnello, la Cima Coppi di questa edizione della corsa a tappe italiana, e che un Vincenzo Nibali dato ormai fuori dai giochi per il podio – figuriamoci per la vittoria finale della competizione – pedali con grande piglio e velocità fino a ritrovare la fiducia in sè stesso, ma anche quella della squadra, tanto da ritrovare chances di giocarsi persino la conquista della maglia rosa.
La corsa odierna si è svolta soprattutto in funzione della prima vetta, per l’appunto quel Colle dell’Agnello che rappresenta il monte più complicato di queste tre settimane di Giro. A partire per primo è Chaves, che prova subito a mettere alla prova la maglia rosa, che da par suo risponde in maniera rapida, a differenza di Nibali e Valverde che patiscono, almeno in un primo momento, l’accelerazione del colombiano. Ma se lo Squalo dello Stretto riesce pian piano a trovare sensazioni positive, il capitano del Team Movistar si ritrova a combattere con una condizione che lo tradisce ancora una volta, dopo l’episodio negativo avvenuto a Corvara una settimana fa. Ma è la discesa successiva a regalare emozioni e anche qualche momento di paura. Il primo a cadere è Kruijswijk, il quale è fortunato nel cozzare su un cumulo di neve sul ciglio della strada, rendendo meno doloroso il suo pesante capitombolo. Ma la caduta più pericolosa è quella del russo Zakarin, il quale finisce in un piccolo torrente circondato da pietre: il primo responso medico parla di clavicola sinistra fratturata, ma nessun’altra conseguenza.
E così, mentre Scarponi – rientrante inizialmente nella maxi-fuga di avvio gara – si fa riassorbire da Nibali, Kruijswijk non riesce a rientrare e si presenta ai piedi della salita di Risoul con due minuti di ritardo da Chaves e dal siciliano, mentre Valverde si trova esattamente a metà tra i due attaccanti e la maglia rosa. L’olandese pedala bene ma soffre un po’ la fatica fatta in pianura, mentre il capitano dell’Astana – trascinato dal suo fedele gregario – raggiunge la testa della corsa a circa 10 chilometri dalla conclusione della corsa. Scarponi finisce il suo lavoro a 8 chilometri dall’arrivo e lascia spazio al trio Nibali-Chaves-Nieve, Kruijswijk soffre mentre Valverde va su del suo passo. A 5 chilometri dall’arrivo si accende la corsa: parte Nibali e Chaves risponde, ma il secondo scatto dello Squalo stavolta si fa sentire. Vincenzo è solo, affronta la salita alla grande e guadagna constantemente, nonostante il colombiano venga ripreso da Nieve. Il traguardo di Risoul lo vede finalmente sorridente ed esultante, con una dedica speciale per Rosario Costa, il 14enne della sua Accademia che ha perso la vita lo scorso 16 maggio.
CLASSIFICA DI TAPPA – Vincenzo Nibali in 4h19’56”, Mikel Nieve a 49″, Esteban Chaves a 53″, Rafal Majka a 2’12”, Alejandro Valverde s.t., Rigoberto Uran s.t., Georg Preidler a 2’39”, Nicolas Roche a 2’48”, Maxime Monfort a 2’59”, Bob Jungels a 3’40”, Steven Kruijswijk a 4’53”.
CLASSIFICA GENERALE – Esteban Chaves maglia rosa, Vincenzo Nibali a 44″, Steven Kruijswijk a 1’05” Alejandro Valverde a 1’48”, Rafal Majka a 2’53”.