PALERMO – In qualche modo era stato lui stesso ad annunciarlo ieri sera, nel corso della trasmissione di Giletti “Non è l’Arena”: “Non è escluso che domani, nel corso dell’assemblea dei soci, il governo regionale in base al principio del cosiddetto spoils system, senza guardare cosa hanno fatto gli amministratori, di cacciare tutti gli amministratori, a prescindere se hanno fatto bene o male. Fanno bene? Certo, magari prendendoli con logiche di clientelismo”. E in effetti il cambiamento è arrivato. Antonio Ingroia non è più l’amministratore unico di “Sicilia digitale”, l’ex Sicilia e-servizi. E’ solo l’ultimo dei provvedimenti del governo che proprio in queste ore sta attuando lo “spoils system”.
Il capo di gabinetto del governatore Musumeci, Gianluigi Amico, in rappresentanza del socio unico, la Regione, ha oggi portato in assemblea dei soci il nome del nuovo amministratore: si tratta di Dario Corona, un ingegnere informatico che già in passato ha avuto incarichi di consulenza con la pubblica amministrazione.
Finisce così l’era dell’ex pm nel sottogoverno regionale. Dove è stato chiamato direttamente da Rosario Crocetta, dopo il fallito tentativo di nominarlo a capo di Riscossione Sicilia. Pochi mesi dopo, lo stesso governatore gelese lanciò Ingroia alla guida dell’ex Provincia di Trapani: incarico stoppato dall’Anac per il cumulo di ruoli ricoperti.
“Sicilia e-servizi? Io – ha raccontato sempre Ingroia al programma di Giletti – l’ho rimessa a posto. Amministrando una società regionale mi sono reso conto di come è stato sperperato in maniera incredibile il denaro. La società costava circa 55 milioni l’anno, soldi dei siciliani che ora l’Europa vuole indietro perché non sono stati utilizzati per informatizzare la Sicilia. Da quei 55 milioni, quella società oggi costa sette milioni di euro e io me ne vanto”. In realtà, il cammino dell’ex pm è stato anche parecchio accidentato dal punto di vista giudiziario. Pende ancora una inchiesta della Corte dei conti per le assunzioni nella società: a Ingroia e all’ex governatore Crocetta i magistrati contabili contestano un danno erariale milionario. Mentre pochi mesi fa la Procura di Palermo ha deciso di indagare Ingroia per peculato. Al centro dell’inchiesta i rimborsi e la liquidazione del compenso dell’ormai ex amministratore. Che adesso lascerà la Regione per concentrarsi sulla nuova campagna elettorale dove correrà a capo del movimento “Popolo per la Costituzione”.