PALERMO – Il sistema dei confidi siciliani pur riducendosi ancora nel 2016 resiste ed è ancora in piedi alla conclusione di un lungo periodo di crisi che ha colpito piccole e medie imprese e banche. Il settore ormai presenta una dotazione patrimoniale stabile e una buona tenuta della situazione di liquidità. Intanto, si presentano nuove sfide sul credito per le imprese, sempre meno dipendente dai tradizionali canali bancari e più legato a forme innovative di finanziamento. È quanto emerge dalla Survey annuale sui consorzi fidi in Sicilia (organismi associativi tra piccole e medie imprese sorti per agevolare l’accesso al credito attraverso garanzie collettive) presentata oggi nel corso del Confidi Day organizzato da RMSTUDIO , lo studio di alta consulenza dell’advisor Raffaele Mazzeo e che si è tenuto alla Camera di Commercio di Palermo.
In particolare, secondo i dati del rapporto, realizzato analizzando i 6 maggiori confidi che rappresentano oltre il 90% del mercato siciliano, le garanzie rilasciate si sono ridotte rispetto al 2015 del 7,1% ma contemporaneamente si riduce fino a quasi ad azzerarsi la perdita strutturale del sistema rispetto all’anno precedente (passando da -4,2 milioni a -0,4 milioni di euro) con il dato che risente soprattutto dell’elevata perdita di un confidi 106, mentre tutti gli altri sono in utile. La liquidità resta elevata (117,6 milioni di euro) pur riducendosi del 6,6% rispetto al 2015. Infine, il numero di dipendenti in un anno è sceso da 172 a 162 unità, mentre aumenta dell’1,1% il numero dei soci.
«Fra i punti di debolezza dei confidi siciliani – spiega l’advisor Raffaele Mazzeo – c’è la loro dimensione estremamente ridotta che limita lo sviluppo e la redditività del settore. Fra i punti di forza, invece, il fatto che i confidi abbiano resistito al periodo di crisi e la presenza di condizioni per nuove opportunità per loro come lo sviluppo crescente dei canali alternativi di finanziamento che non passano attraverso le banche. Le piccole e medie imprese, infatti, stanno sostituendo progressivamente il canale tradizionale bancario dirigendosi verso canali alternativi: fintech, peer to peer, crowdfunding, microbond, pir, venture capital, private equity, quotazioni su elite, Ico in criptovaluta, microcredito. Si tratta di una naturale evoluzione che ha come elemento prevalente e distintivo la disintermediazione delle banche. I confidi – conclude Mazzeo – tranne rare eccezioni, non hanno ancora colto questa opportunità per la loro crescita».
Nel corso del Confidi Day è emersa anche la necessità di creare accordi con le istituzioni per migliorare il sistema delle garanzie: «Il sistema dei confidi – spiega Vito Rinaudo, presidente di Assoconfidi Sicilia – propone la creazione di un tavolo tecnico-operativo tra questi i consorzi fidi, le banche e la Regione per ottimizzare l’accesso al credito a quelle imprese che hanno un rating medio-basso. La Regione siciliana ha a disposizione fondi europei da utilizzare in questo settore che potrebbero dare un valore aggiunto alle garanzie già esistenti». Di interlocuzione con la Regione siciliana parla anche Donatella Visconti, presidente di Asso112 -Associazione Confidi Italiani ex art.112, secondo la quale «la nuova legislatura regionale è un opportunità per i confidi ex art. 112: altra “metà del cielo” dell’economia delle micro e piccole e medie imprese siciliane. I confidi di domani dovranno fare una sintesi tra rilascio delle garanzie e distribuzione degli strumenti del credito con un occhio attento al nuovo e all’innovazione».