PALERMO – Si preannuncia un fine d’anno scoppiettante per il comune di Palermo. Entro il 31 dicembre, infatti, il consiglio comunale dovrà approvare il bilancio consolidato 2018, ossia un documento che comprende non solo i dati economici di Palazzo delle Aquile ma anche quelli delle sue società partecipate (Amat, Amap, Amg, Rap, Sispi, Reset, Palermo Ambiente e in quota parte Gesap e Fondazione teatro Massimo).
Manovra che Sala delle Lapidi avrebbe dovuto approvare a settembre, ma che è slittata per il ritardo con cui le aziende hanno mandato gli atti. Il problema è che, non troppo a sorpresa, sono rispuntati disallineamenti, ossia le discrepanze fra le carte del socio unico (il Comune) e quelle delle partecipate. Un problema che in teoria doveva essere ormai solo un lontano ricordo, vista la grande operazione di pulizia fatta l’anno scorso, ma che si ripresenta anche questa volta con un buco da 10,4 milioni di euro che i Revisori dei conti chiedono di eliminare “nel più breve tempo possibile”.
Già, perché i disallineamenti rischiano di “vanificare gli sforzi fatti in sede di consolidato 2017” e di aprire nuovi contenziosi.
La situazione più delicata è senza dubbio quella dell’Amap che ha ancora il problema della pulizia delle caditoie: 5,4 milioni di disallineamento per il 2018 e 21,6 milioni che il Comune chiede di restituire per gli anni precedenti. Piazza Pretoria non ha ancora ripreso a pagare le fatture, anche se dal tavolo tecnico dovrebbero arrivare buone notizie per la partecipata. Poi ci sono 432 mila euro di Amat per partite del 2015, 15 mila con Amg, 320 mila col Teatro Massimo per la Tari, appena 5 mila con Sispi. Infine la Rap vanta disallineamenti per 2,4 milioni per i sinistri stradali, altri 500 mila euro per rideterminazione del corrispettivo rifiuti, 100 mila euro per la sorveglianza strade e ci sono 6,4 milioni di crediti ancora da stralciare. Risultano riconciliati invece 1,1 milioni con Amap, 108 mila euro con Amg, 19 milioni con Amat, 7 mila euro con Palermo Ambiente, 402 mila con Rap, 4.500 euro con Reset.
Il disallineamento in totale ammonta a 44,6 milioni, ma in realtà di questi 34 sono per partite già riconciliate sebbene senza copertura finanziaria (ma i soldi sono stati già accantonati nel consuntivo); il problema sono gli altri 10,4 milioni di partite non riconciliate e che quindi vanno eliminati con “direttive prescrittive e imprescindibili” o potrebbero generare nuovi contenziosi.
“Il consiglio comunale è chiamato, ancora una volta, ad affrontare atti importanti in materia di bilancio in fretta e furia per il ritardo degli uffici – dice Toni Sala, componente della commissione Bilancio – È necessario accelerare i tempi e soprattutto azzerare i disallineamenti, per evitare di vanificare gli sforzi dello scorso anno”.