PALERMO – “Oggi mi hanno chiamato in causa diverse persone. Quasi tutte a sproposito”. Da stamattina il telefono di Nicolò Marino non ha smesso di squillare. Dopo l’operazione che ha portato all’arresto di un funzionario dell’assessorato al Territorio e di quattro imprenditori per le presunte mazzette nel settore dei rifiuti, l’ex titolare della delega all’Energia nel governo Crocetta è tornato al centro del dibattito. Chiamato in causa per lo scontro con l’allora assessore al Territorio Mariella Lo Bello nei giorni in cui è stato presentato l’esposto su Gianfranco Cannova, ma anche per le sue posizioni sulla questione rifiuti: “Temo – ha detto il presidente della Regione dell’ex assessore – che su tutta la questione-rifiuti lui abbia commesso alcuni errori di valutazione”.
Ha sbagliato? Aveva ragione Mariella Lo Bello?
“Quelli che dicono questo dimenticano che questa vicenda riguara le autorizzazioni per le discariche dell’Oikos e di Mazzarrà. E che sono stato io a costituire la commissione per quegli impianti”.
Si era arrivati a uno stop alle autorizzazioni, se non ricordo male.
“Più precisamente sono stati avviati i procedimenti per il diniego del rinnovo delle autorizzazioni”.
Quando?
“Per Oikos all’inizio dell’anno, per Mazzarrà dopo la fine del mio incarico. Ma è il risultato ottenuto dalla commissione che ho fatto nascere io”.
In quei giorni, però, si scontrava con la Lo Bello. Che ha presentato l’esposto su Cannova.
“La vicenda Cannova non ha niente a che vedere con il dissidio di marzo. E soprattutto non c’entra con la commissione. Anche perché fino a lunedì Gullo, che ha denunciato la vicenda, ha continuato a ribadire che per Oikos è tutto in regola. Tutta questa attività dell’assessore al Territorio e Ambiente io non la vedo”.
In quei giorni si parlava di due modelli diversi. Qual era il suo?
“Togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli sui prezzi di conferimento in discarica. Su quest’ultimo elemento spero che il mio successore vada avanti. Da quando me ne sono andato io tutto è rimasto fermo, e inoltre si è anche vanificata l’azione di razionalizzazione”.
Ok, riformulo la domanda. Qual è il punto sul quale si è consumato lo scontro con Crocetta?
“Secondo me la pubblica amministrazione deve essere terza e la politica deve avere un ruolo moralizzatore. Deve prescindere da quello che fa l’autorità giudiziaria”.
Come? Proprio lei che è un magistrato dice così?
“La politica ha un ruolo diverso. Io ho trasmesso tutti gli atti alla magistratura, ma limitarsi ad aspettarne l’azione è un errore. Il governo Crocetta si muoveva in una logica diversa. Una volta, su un’altra vicenda, il presidente me lo disse esplicitamente: ‘Aspettiamo i magistrati’. Questo andava contro la mia logica”.
Detto oggi suona male. Oggi aspettare la magistratura ha portato i suoi effetti.
“Le ripeto: Cannova non c’entrava niente con la lettera. E tutte le cose che sto dicendo a lei sono state dette al presidente. Crocetta non solo non ha fatto niente: insieme all’assessore pro-tempore ha solo creato ostacoli. Era stato informato, mi creda. Ma lui fa così, l’ha capito?”.
“Così”? Come?
“Cavalca l’onda delle inchieste. Lui invece deve amministrare. Si è circondato di persone non idonee, e io gliel’ho detto molte volte. Lui non solo non si è adeguato, ma si ritiene un tuttologo. Crocetta e l’assessore Lo Bello sanno bene che cosa abbiamo contestato io e il dottore Lupo. Ma le dico di più”.
Dica.
“Crocetta farebbe bene a dimenticare il mio nome. Dice sciocchezze, come quelle che ha detto in Aula sulla vicenda Catanzaro o come quelle che racconta sull’inchiesta di oggi. Lui lo sa che non è vero, e lo sa che questa inchiesta non c’entra nulla con quello scontro di marzo. Ma Crocetta fa così”.
L'ex assessore: "La vicenda Cannova non c'entra niente con lo scontro di marzo. Crocetta lo sa. A bloccare il rinnovo delle autorizzazioni per le discariche del Catanese e del Messinese sono stato io".