CATANIA. “La Pubbliservizi può ripartire, il fallimento è scongiurato, ma dobbiamo collaborare tutti per affrontare un momento impegnativo”. Il concordato in bianco è stato appena approvato: e Silvio Ontario, amministratore unico, sta pianificando i passi necessari per far fronte all’emergenza della società, appoggiato dalla Città Metropolitana. ”Prossimamente incontreremo il commissario giudiziale, l’avvocato Basile. Possiamo scongiurare il fallimento: abbiamo sessanta giorni di tempo e altrettanti possiamo richiederne per presentare un piano industriale della durata di cinque anni. Verranno stanziati 66 milioni di euro. Il momento è impegnativo per tutti, e nessuna polemica da parte sindacale può aiutarci”. La questione Pubbliservizi sembra, in effetti, ampiamente degenerata attraverso i social network: disagio e comprensibile dissenso, sfociati in accuse e minacce, hanno contribuito ad innalzare il livello di tensione già notevole.
Una riunione tra amministrazione e rappresentati sindacali, prevista per gli scorsi giorni, è stata di conseguenza rimandata: “Il tenore minaccioso di queste dichiarazioni e le accuse nei confronti di alcuni dipendenti, provocando anche un problema di sicurezza nel luogo di lavoro, risultano inconciliabili con le trattative intavolate, non consentendo un confronto adeguato a portare avanti temi importanti quali la salvaguardia dei lavoratori e il futuro della società”, ha scritto Ontario in una nota ai sindacati.
Il tenore delle proteste ci è stato ribadito dalla CISL: “Fino ad oggi abbiamo avuto dati non veritieri sulle retribuzioni, pieni di discrepanze: le persone preposte a estrapolare tali dati hanno invece ricevuto benefici non leciti”, ha affermato la segretaria FISASCAT Rita Ponzo. “Con l’attuale amministratore speravamo in un rinnovamento, ma siamo rimasti delusi: quadri aziendali che dovrebbero ricevere 1800 euro lordi al mese ne percepiscono dagli 8 mila ai 12 mila, mentre ai lavoratori è richiesto di ridurre il monte ore e quindi gli stipendi”, ha proseguito la sindacalista. “Chiederemo un incontro al sindaco: non possiamo rimanere in balia di persone che continuano a proteggere unicamente i propri benefici”. Alla luce degli ultimi sviluppi, tuttavia, i fatti sembrano suscettibili di sviluppi diversi: “Continuano ad attaccarci sulla questione dei privilegi: ebbene, quelli che non spettavano li abbiamo eliminati, e intendiamo provvedere al recupero di queste somme”, afferma con decisione l’amministratore di Pubbliservizi: “Vogliamo tutelare tutti e 379 i nostri dipendenti, e preservare i loro posti di lavoro: se dovremo effettuare delle riduzioni, ci accorderemo coi sindacati in merito ai Fondi di Integrazione Salariale. Peraltro in questi mesi abbiamo svolto una mole di lavoro necessaria a documentare le perdite della società: nel 2016 abbiamo riscontrato 3 milioni di euro di ammanchi dovuti a subappalti, e solo 20 mila di superminimi: questo per dare un’idea di che proporzioni abbia la questione benefici”.
Il lavoro imponente degli ultimi mesi, ci viene detto, ha permesso di presentare i bilanci –del tutto assenti- del biennio 2015/2016, documentando ammanchi e casi di cattiva gestione: “Tutto svolto secondo procedure rigorose: questo ci ha evidentemente garantito la fiducia del sindaco e dei dirigenti della Città Metropolitana”, riferisce l’amministratore, ponendo l’accento sull’abnegazione di diversi dipendenti: “Si sono autotassati per la benzina dei mezzi, nell’esigenza di mettere in sicurezza alcune strade”. Quel che chiede adesso l’azienda, consapevole del momento critico, è che tutte le forze possano cooperare senza conflitti: “I sindacati hanno le prove del nostro operato”, ribadisce Ontario, “la riunione è stata rinviata al momento in cui smetteranno di massacrarsi sui social network: abbiamo bisogno di incontri utili ad ottimizzare il tempo concessoci, durante il quale non possiamo commettere alcun errore”.