ALIA (PALERMO) – “Non voglio raccontare storie particolari voglio invece brevemente accennare alla vita di un uomo giusto, di un uomo che ha fatto veramente della sua vita lavorativa un impegno serio, professionale ed altamente responsabile, consapevole più che mai che dare più del massimo, nel suo lavoro, poteva significare salvare delle vite, consapevole più che mai che fare bene il proprio dovere vale più di cento preghiere”. A scrivere è un amico di Gaetano Cardella, l’uomo di 61 anni, dipendente dell’Anas, morto dopo essere caduto dal tetto di casa sua.
La tragedia, avvenuta ad Alia, in via Giacomo Leopardi 2, ha sconvolto tutto il paese, che ieri pomeriggio si è stretto intorno alla famiglia del capocantoniere che ha lasciato una moglie e due figlie: i funerali si sono svolti nella chiesa di Sant’Anna, dove tutta la comunità ha pianto la perdita di Cardella. Lacrime e dolore che che trapelano anche dalle parole che, chi conosceva, scrive su Assarca.com, un portale locale: “Lo vedevo partire sempre prestissimo per la sua quotidiana missione, che taglia qua e taglia là – scrive Enrico Ticli – era diventata sempre più grande ed era sempre tra gli ultimi, si, ma a fare ritorno a casa. Senza mai mollare affrontava, spesso solo e con grande spirito di sacrificio, l’impegno quotidiano al servizio degli altri.
Non voglio parlare della tua scomparsa, non voglio farlo perché non è mia abitudine, non l’ho mai fatto con altri e non voglio farlo adesso, ma voglio invece ringraziarti Gaetano per lo straordinario esempio di onestà che ci hai lasciato. Sono certo che ovunque adesso tu sia ti starai già organizzando per renderci meno pericolosa la via. Grazie di cuore. Un pensiero al sessantunenne a cui risponde un altro amico: “Ciao Tanino – scrive Giacomo Cannici – prima viaggiavamo nello stesso pullman per andare a scuola, percorrevamo insieme la strada statale 121in allegria, poi sulla stessa ci incontravamo spesso, quasi ogni giorno, per il lavoro quotidiano, il lampeggiare dei fari e quel saluto che durava un attimo.
Che Dio abbia cura della tua anima – continua – sei stato un grande lavoratore, una persona ricca di volontà capace di conoscere tutte le nuove tecnologie elettroniche e sfruttarle nel migliore dei modi. Dio abbia cura della tua famiglia anche perché lo meritavi.
Con grande commozione e affetto ti ricorderò.
Ciao Tanino”.