PALERMO – Difficile capire se dietro questa volontà ci sia una reale convinzione o se la mossa è dettata dall’assenza di alternative. Di sicuro, dopo il “no” ribadito da Piero Grasso in queste ore, monta nuovamente nel Partito democratico la voglia di primarie.
Del resto, lo stesso governatore Crocetta ieri ha “sfidato” i rivali interni Dem: “Vogliono fare le primarie? Noi siamo pronti. E vedremo chi ha davvero i voti”. E l’idea inizia a farsi strada nel partito. “Anche alla luce della nuova ‘garbata rinuncia’ del presidente del Senato Piero Grasso all’ipotesi di una sua candidatura in Sicilia – ha detto ad esempio il presidente della commissione Salute all’Ars e deputato Pd, Pippo Digiacomo – è indispensabile definire al più presto i contorni della coalizione e il nome del candidato alla Presidenza della Regione”.
E il primo appuntamento per discuterne è vicino. “Sabato – aggiunge infatti Digiacomo – parteciperò all’iniziativa promossa ad Agrigento dal vicepresidente del gruppo PD all’Ars Giovanni Panepinto: sono convinto che sarà una buona occasione, grazie anche alla partecipazione del segretario Fausto Raciti, per un confronto aperto all’interno del partito in vista delle prossime elezioni regionali. E sarà anche l’occasione – prosegue – per capire chi è davvero favorevole alle primarie, coinvolgendo liste e partiti dalla sinistra al centro, per individuare il candidato alla Presidenza: per quel che mi riguarda, sono favorevole e possiamo lavorare fin da subito per organizzare le primarie il 10 settembre”.
E un passaggio nella dichiarazione di Digiacomo è indicativo. Il deputato fa riferimento a chi è “davvero” favorevole a questo strumento. Insomma, nel partito circola il dubbio che anche tra chi appare più convinto, non ci sia una gran voglia di mettersi in discussione tra i gazebo. Ma come detto, la voglia cresce, anche perché il Pd, dopo essersi impegnato a lungo nel tentativo di convincere Grasso, rischia di trovarsi in un vicolo cieco.
“Le primarie – dice ad esempio il vice capogruppo del Pd Giovanni Panepinto – possono certamente essere uno strumento utile. E l’incontro di sabato ad Agrigento può essere una buona occasione per un confronto sereno. L’importante è lavorare a una coalizione ampia, che coinvolga anche Leoluca Orlando con la sua autorevolezza, i partiti di sinistra, Sicilia Futura, Sicilia democratica e i Centristi di D’Alia. Proprio in questo senso – continua – le primarie possono tornare utili, fermo restando che il Pd e i partiti di centrosinistra hanno certamente al proprio interno candidati in grado di vincere. Adesso però – conclude – dobbiamo anche impegnarci, in questi ultimi giorni di legislatura, ad affrontare e risolvere temi importanti lasciati in sospeso: dai rifiuti all’acqua, passando per gli ex sportellisti e per alcune norme contenute nel collegato alla Finanziaria”.
Insomma, nel Pd cresce la voglia di primarie, che coinvolgerebbe già diversi rappresentanti e aree del partito. Resta da capire, in quel caso, chi è disposto a candidarsi. Tra i Dem, gli unici a uscire allo scoperto, seppur in maniera diversa, sono stati il governatore Crocetta e il Sottosegretario Davide Faraone. Il primo dicendosi pronto a correre per le primarie, il secondo, prima che emergesse l’idea-Grasso, indicando in quella consultazione “l’unica strada possibile”, indicando come termine ultime l’estate e assicurando che “uno di noi, cioè dell’area Renzi” parteciperà certamente. E ovviamente tra quelli, il più quotato è proprio Faraone, che in questi giorni sta attraversando la Sicilia col tour “casa per casa”. Gli altri nomi in ballo sono quelli di Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo. Ma se primarie saranno, saranno primarie di coalizione. E a quel punto potrebbero saltare fuori i candidati moderati e quello indicato da Orlando. Il “dopo Grasso”, insomma, è ancora una enorme incognita.