Orlando scrive a Passera | e incontra i sindacati - Live Sicilia

Orlando scrive a Passera | e incontra i sindacati

Continua il botta e risposta tra il sindaco e i tre commissari, che hanno dato a Orlando "cinque giorni di tempo per assumere tutte le decisioni che non hanno permesso l’approvazione del concordato”. Per tutta risposta il primo cittadino ha scritto al ministro Passera chiedendo il suo intervento diretto.

PALERMO – Sono giorni decisivi per Amia e Amiaessemme. Dopo la bocciatura del concordato preventivo e il corteo di oltre 500 dipendenti di ieri, oggi alle 17 il sindaco Leoluca Orlando incontrerà i rappresentanti sindacali a Villa Niscemi per discutere del futuro della partecipata e degli operai. L’incontro odierno era inizialmente previsto per venerdì alle 9.30, ma l’Amministrazione ha deciso di anticiparlo anche per scongiurare nuove manifestazioni e altri disagi per la città. E difatti un presidio davanti la Prefettura, previsto per oggi alle 15, è stato annullato in attesa dell’esito del colloquio di Villa Niscemi.

Fino a ieri sindacalisti e lavoratori (tra Amia e Amiaessemme, senza considerare l’indotto, sono almeno 2400) si dicevano pronti allo sciopero a oltranza se da Palazzo delle Aquile non fossero giunte novità positive in merito al futuro lavorativo e aziendale. Il primo cittadino ha già affermato a più riprese che il Comune “è in grado di farsi carico di una nuova Amia senza debiti e di garantire sia i servizi ai cittadini sia i livelli occupazionali”. Ma a preoccupare i diretti interessati sono modalità e condizioni con le quali ciò debba avvenire: resta da chiarire, infatti, il passaggio giuridico attraverso il quale i dipendenti di una società in amministrazione straordinaria possano passare sotto l’egida del Comune.

Anche i giudici del Tribunale fallimentare nelle motivazioni della sentenza hanno sollevato alcuni rilievi al piano presentato dai commissari Sebastiano Sorbello, Paolo Lupi e Francesco Foti e dal liquidatore Baldassarre Quartararo, pur apprezzando “la manifestazione di intenti” di Palazzo delle Aquile. I rilievi andavano dal mancato adeguamento del contratto di servizio agli operai all’assegnazione dei fondi Fas alla Protezione civile anziché alla società per la realizzazione della sesta vasca. Orlando ha addossato la responsabilità di queste incongruenze proprio ai tre commissari, rei, a suo dire, “di non aver depositato tutta la documentazione indispensabile e di non aver dato al Tribunale elementi sufficienti perché fosse chiara l’effettiva situazione dell’azienda. Quando i commissari saranno chiamati a rispondere del loro comportamento, noi ci costituiremo parte civile”.

E proprio sulla scia di una querelle ormai infinita, nelle ultime ore la polemica tra il primo cittadino e i tre amministratori si è nuovamente infiammata a colpi di comunicati e lettere al Ministero. Ieri sera i commissari Amia hanno inviato una nota all’Amministrazione con la quale hanno dato a Orlando “cinque giorni di tempo per assumere tutte le decisioni che non hanno permesso l’approvazione del concordato”, in modo da poter “salvare l’azienda fino al 27 luglio, data di scadenza dell’amministrazione straordinaria”, altrimenti “daranno avvio a tutte le iniziative previste dalla procedura”. Insomma, il fallimento del concordato sarebbe in realtà da imputare al Comune: “Il Tribunale fallimentare è stato perfettamente e completamente edotto della situazione economica e finanziaria delle due aziende e ha espresso un giudizio complessivamente negativo sulla proposta di concordato essenzialmente a causa dei comportamenti omissivi tenuti dall’Amministrazione comunale nei confronti delle due aziende”.

I dirigenti riportano inoltre un passo della sentenza, nel quale i giudici mettono in evidenza che “la proposta di concordato si rileva carente anche sotto il profilo delle concrete proposte di ristrutturazione dell’impresa […]. L’Amministrazione comunale, fino ad oggi, non risulta che abbia adottato alcun atto amministrativo (individuazione delle poste in bilancio per la realizzazione di tali interventi; assunzione di delibere di impegno; determinazioni dirigenziali; parere positivo del Ragioniere Generale) intese a finanziare concretamente l’operazione”.

La risposta del Professore non si è fatta attendere ed è arrivata stamane con una lettera indirizzata direttamente al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera: “Signor Ministro, come temuto, prevedibile e previsto, la gestione straordinaria di Amia e Amia Essemme non ha risanato le aziende – si legge nella missiva – e la decisione del Tribunale fallimentare di venerdì 5 aprile apre le porte alla dichiarazione di fallimento. Nonostante le note formali inviate dallo scrivente al Ministero, recanti, sin da agosto 2012 e sino al febbraio di quest’anno, la preoccupazione connessa alla assoluta inefficacia di questa gestione straordinaria ai fini del risanamento aziendale, e nonostante la formale denuncia dallo scrivente presentata alla Procura della Repubblica a carico dei tre amministratori straordinari, gli stessi persistono – nonostante le annunciate dimissioni – in una ormai provocatoria permanenza dell’incarico e in una intollerabile azione volta a scaricare su altri responsabilità gestionali, che hanno assunto rilievo oggetto di denuncia in sede penale oltre che aspetti di responsabilità contabile. In considerazione di quanto sopra si torna a richiamare l’attenzione del Ministero, confidando in una necessaria e urgentissima presa di posizione nei riguardi di amministratori dallo stesso Ministero nominati”.


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