Pagamenti alle imprese| Maglia nera alla Sicilia - Live Sicilia

Pagamenti alle imprese| Maglia nera alla Sicilia

Secondo l’Ufficio Studi nel 2013 la Regione siciliana ha pagato soltanto il 34,6 per cento delle risorse assegnate: su 1,5 miliardi di euro stanziati dallo Stato, infatti, solo 525 milioni sono finiti nelle tasche dei fornitori, piazzando la Regione all’ultimo posto della graduatoria nazionale.

la cgia di mestre
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PALERMO – La Sicilia è la pecora nera delle regioni nel ritardo dei pagamenti alle imprese.  Secondo l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, nel 2013 la Regione siciliana ha pagato soltanto il 34,6 per cento delle risorse assegnate: su 1,5 miliardi di euro stanziati dallo Stato, infatti, solo 525 milioni sono finiti nelle tasche dei fornitori, piazzando la Regione all’ultimo posto della graduatoria nazionale.

E se è tutto il sud Italia a trovarsi nella parte finale della classifica (Sardegna 19esima, Campania 18esima, Calabria 17esima), spicca come nella nostra regione il dato sia infinitamente inferiore a quello della penultima, la Sardegna, che si ferma al 66,3 per cento, valore certamente basso ma quasi doppio rispetto a quello siciliano. Inutile poi il raffronto con le regioni del centro-nord della penisola, con i casi eclatanti di Emilia Romagna e Veneto che hanno addirittura pagato l’intero stock, mentre in Piemonte ed in Liguria è stato sfiorato l’en plein, con i pagamenti pari al 99,9 per cento. Toscana, Umbria, Friuli e Lombardia seguono in testa, con i debiti risarciti che hanno superato la soglia del 99 per cento.

Migliori, anche se distanti dalle prime posizioni, le prestazioni realizzate dalle Province e dai Comuni siciliani, con una media pari al 72,6% per le prime e del 70,8% per le seconde. Esempi virtuosi, l’amministrazione provinciale di Siracusa, che ha ripianato il 91,2 per cento dei propri debiti con le imprese, ed i Comuni di Ragusa, Caltagirone e Castronovo di Sicilia, unici nella regione ad aver superato la soglia dei nove pagamenti su dieci.

“Bisogna assolutamente accelerare sul fronte dei pagamenti ed intervenire in modo fermo ed autorevole su quelle troppe realtà che faticano ancora a saldare con le imprese” dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. “Ricordo altresì – prosegue Bortolussi – come il comportamento tenuto nei mesi scorsi da molte Amministrazioni Pubbliche sia stato inaccettabile. Infatti, entro la metà di settembre del 2013, tutti gli enti della P.A. dovevano segnalare al Ministero dell’Economia l’ammontare dei debiti maturati nei confronti delle imprese private. Invece, entro il termine previsto ha risposto meno del 40 per cento degli interessati, e per la Sicilia il dato è ancora inferiore, poco sopra il 25%, fornendo oltretutto dei dati poco attendibili. Alla luce di ciò è necessario che il Governo Renzi intervenga velocemente e si riesca finalmente a conoscere l’entità certa del debito commerciale accumulato dalla nostra Pubblica Amministrazione”.

La Dirigente Generale alla Funzione Pubblica, Luciana Giammanco, contesta i dati della Cgia e sottolinea una differenza non considerata dall’Ufficio Studi della Cgia. “I dati in nostro possesso – dice Giammanco – parlano di un 25 per cento in più di pagamenti effettuati. Inoltre, viene conteggiato nel novero dei pagamenti da effettuare anche ciò che il ‘Patto di Stabilità’ ci ha finora impedito di versare per ripianare una parte dei debiti. Infine – conclude Giammanco –, devono essere disaggregati i debiti sanitari, vale a dire quelli in capo alle Asl, che sono stati pagati nella misura del 89 per cento, da quelli strettamente riconducibili alla Regione, ovvero i debiti non sanitari, che sono sì la gran parte di quelli non pagati, ma con cifre nettamente migliori di quelle diffuse dalla Cgia, attestandosi attorno al 60 per cento”.


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