Palermo, al Comune si litiga: Lagalla convoca la maggioranza

Palermo, al Comune si litiga ancora: il sindaco convoca la maggioranza

La nuova Dc è sul piede di guerra

PALERMO – La partita sembrava chiusa e invece no: il rimpasto al comune di Palermo continua a fare litigare la maggioranza, col sindaco Roberto Lagalla costretto a convocare gli alleati per evitare che la coalizione vada in pezzi a pochi mesi dalle Europee. L’appuntamento è per lunedì alle 17 a villa Niscemi, quando l’ex rettore metterà attorno al tavolo i partiti per lanciare un messaggio chiaro: così non si può andare avanti, serve un accordo o tutti a casa.

L’accordo contestato

E dire che il primo novembre ogni pezzo sembrava essere andato al suo posto: dentro il forzista Pietro Alongi al posto dell’ex azzurro e neo meloniano Andrea Mineo, con Fratelli d’Italia passata all’incasso con una serie di compensazioni di non poco conto. Il capo di gabinetto all’ex provincia, la fondazione Sant’Elia, due esperti, la presidenza di Amg gas a gennaio e quella di Amap qualche mese dopo; in più uno slittamento di due settimane del cambio e perfino la richiesta di tre deleghe in più, ossia Patrimonio (da togliere ad Alongi), Traffico (ora nelle mani di Maurizio Carta) e Polizia municipale (appannaggio del sindaco), con la prima da affidare nelle mani di Carolina Varchi (o del subentrante Toti Longo) e le altre due a Dario Falzone.

I mal di pancia degli alleati

Lagalla aveva detto sì pur di far tornare i meloniani a più miti consigli, dopo aver minacciato di ritirare gli assessori, le dichiarazioni erano state serene e positive da una parte e dall’altra. L’ex rettore non aveva messo in conto però i mal di pancia degli altri alleati: Forza Italia non ha alcuna intenzione di cedere il Patrimonio né di rimandare troppo l’ingresso di Alongi, anche se il vero scoglio adesso è la nuova Dc. I cuffariani hanno incontrato il primo cittadino e l’incontro, secondo i ben informati, sarebbe andato malissimo: i democristiani rivendicano il diritto di essere i primi a ricevere compensazioni, forti dei cinque consiglieri in Aula, e il solo posto garantito a Maurizio Lo Galbo a Palazzo Comitini non sarebbe giudicato sufficiente. Il risultato è la nota con cui il partito dice senza mezzi termini di essere pronto a uscire dalla maggioranza: “Se qualcuno dovesse ritenerci superflui lo dica chiaramente, continueremo per la nostra strada”.

Il nodo Europee

Una fumata nera che ha riacceso il fuoco dello scontro: Fdi non ha intenzione di rinunciare ad alcuna compensazione, gli azzurri battono i pugni sul tavolo, la Dc punta il dito contro i meloniani e perfino la Lega sarebbe pronta ad alzare la voce. Tanto basta per spingere il sindaco al gesto estremo, ossia riconvocare tutti i partiti per un aut aut che non ammette repliche: o scoppia la pace o va tutto in frantumi, a pochi mesi dalle elezioni. Una scadenza che fa aumentare le fibrillazioni e che avrebbe indotto il sindaco a rimandare ogni altra pratica a dopo le Europee, compreso il possibile allargamento della maggioranza a pezzi delle opposizioni, tra cui i centristi di Azione.


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