PALERMO – La Tari a Palermo aumenterà, anche se meno del previsto. E’ pronta la delibera che fisserà le tariffe della tassa sui rifiuti per il 2024 e che il consiglio comunale dovrà approvare entro la fine del mese: a conti fatti Palazzo delle Aquile dovrà incassare quasi 130 milioni di euro rispetto ai 124 del 2023.
Aumenti del 4%
Un incremento del 4% circa che è ben lontano dalle prime ipotesi che parlavano di una stangata da 30 milioni. L’amministrazione guidata da Roberto Lagalla ha infatti provato a sforbiciare il più possibile un aumento che, considerata l’inflazione galoppante e con le crisi internazionali in atto, era comunque dato per scontato.
Per Rap 115 milioni
Alla fine la Rap dovrà “accontentarsi” di 115 milioni, altri 11 serviranno al Comune e infine ben 12 a coprire l’inflazione. In totale fa 138 milioni, somma a cui vanno però tolti sette milioni fra contributi statali per le scuole e recupero dell’evasione e altri due che il sindaco otterrà grazie a un aumento dell’imposta di soggiorno (che diventeranno tre nel 2025). Ecco quindi che la cifra arriva a 129,9 milioni, di cui due terzi a carico delle utenze domestiche (le famiglie) e il resto delle non domestiche (imprese).
Una mossa, quella dell’ex rettore, praticamente obbligata: aumentare la Tari in una città che non brilla per pulizia, e per giunta alla vigilia delle Europee, avrebbe provocato più di un malcontento tra i palermitani, di cui uno su tre già non paga o paga meno del dovuto.
Via libera al Pef
La Srr ha dato il via libera al Piano economico e finanziario ed effettuato i calcoli sulla base dei parametri imposti dall’Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente: dal 2018, infatti, a stabilire quanto pesa la Tari non sono più i singoli comuni ma soggetti terzi che evitano aumenti ingiustificati. Un meccanismo che da un lato favorisce i contribuenti ma, dall’altro, mette nei guai gli enti locali che devono coprire i costi con una coperta spesso troppo corta.