PALERMO – l prezzi delle bibite, a Porta Nuova, li decidevano i mafiosi. Ed erano prezzi al ribasso che danneggiavano il mercato. C’è un capitolo dell’inchiesta della Procura di Palermo sul “monopolio” nel settore.
Il boss Tommaso Lo Presti, detto il lungo, e Domenico Lo Iacono, detto panella (da sempre gestisce friggitorie dove si vende cibo da strada), si sarebbero messi in affari, finendo per danneggiare anche i figli di Salvatore Pispicia, uomo d’onore del mandamento e detenuto. Lo Presti e Lo Iacono sono finiti in carcere nelle scorse settimane.
Pispicia è anche cugino dei fratelli Gregorio e Giuseppe Di Giovanni (Leggi: quando Pispicia raccontò di avere massacrato a botte un uomo che non aveva gli aveva dato la precedenza in auto). Il primo è in carcere dal 2018 ed è stato il capo mandamento di Porta Nuova. Il secondo in carcere c’è finito da poche settimane con l’accusa di essere stato l’ultimo reggente.
Uno dei figli di Pispicia, Tommaso (il fratello Gioacchino è stato pure lui arrestato nel recente blitz), gestisce un deposto di bibite. “Questo è il rispetto che hanno nei confronti di mio padre?”, diceva a Lo Iacono. Per non perdere i clienti era stato costretto ad abbassare i prezzi per reggere la concorrenza.
“Perché io come li ho i prezzi… io normale li ho”, ribatteva Lo Iacono. E Pispicia faceva l’elenco: “Il Santero a 4 euro, la Vecks regalata.. vabbè certo è normale è normale”. Il commerciante riteneva che i clienti venissero indirizzati nell’attività dietro cui ci sarebbero gli interessi di Tommaso Lo Presti.
La gente comprava da Lo Iacono pur di risparmiare 50 centesimi: “15 euro e 50 centesimi per ogni cassa, invece di 16”. Se fosse dipeso da una persona rintracciata nel deposito di bibite di Pispicia avrebbe sfidato Lo Presti vendendola “pure a 14,50 e guadagnarci 1 euro 20” a confezione.
La discussione divenne una questione di famiglia visto che la famiglia Pispicia per via di alcuni matrimoni si è pure imparentata con i Lo Presti. E adesso gli investigatori scavano negli affari delle bibite. O meglio nel “monopolio” come viene definito.