Palermo, blitz antidroga a Brancaccio: 10 misure cautelari

Palermo, blitz antidroga a Brancaccio: dieci misure cautelari I NOMI

Spaccio di cocaina e crack

PALERMO – L’organizzazione operava giorno e notte, anche a domicilio, per rifornire di cocaina e crack i clienti. Gli agenti del commissariato Brancaccio hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare a dieci persone.

Due sono finiti in carcere: Gianpiero Di Mariano, 50 anni, ed Emanuele Imbrocè, 46 anni. Arresti domiciliari per Maria Carrara, 56 anni, Arcangelo Traina, 35 anni, Samuele Calafiore, 25 anni, e Filippo Genova, 20 anni.

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Pasquale Di Mariano, 33 anni, Santina Castiglione, 50 anni, Giuseppe Sella, 38 anni, e Fabrizio Utro, 60 anni.

Le indagini della Procura di Palermo hanno documentato centinaia di episodi di spaccio per le vie del quartiere alla periferia Est del capoluogo, ricostruendo le dinamiche del gruppo criminale, la sua struttura verticistica e la suddivisione dei ruoli.

La base operativa dell’organizzazione era un appartamento al piano terra di una struttura nel cuore di Brancaccio, residenza del capo che in quello stabile stava scontando una condanna ai domiciliari.

L’uomo si faceva aiutare nell’attività da moglie e figlio. La droga non veniva custodita in casa ma all’interno di auto parcheggiate nelle vicinanze. Le dosi venivano nascoste nel tappo del carburante o in altri luoghi considerati sicuri dai pusher.

E poi c’era l’instancabile opera di smercio da parte dei pusher fidati, due in particolare, che per le consegne a domicilio usavano ciclomotori e cellulari di servizio.

Individuati due “canali di approvvigionamento”: una donna che avrebbe fornito alcune centinaia di dosi di crack nei giorni in cui il gruppo aveva esaurito le scorte e un gruppo di pregiudicati del quartiere Falsomiele.

Gli indagati intercettati usavano parole “giorno” e “notte” per indicare la cocaina e il crack. “Minuto” e “minuti” differenziavano l’ordinazione di una o più dosi mentre i panetti di hashish diventavano “panini”.


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